FOCUS- L’esperimento…Alvarez
Una stagione buia, prossima all’anonimato, di certo lontana dai fasti del recente passato, sta per andare definitivamente in archivio. Un travaglio lungo un anno è comunque alla base della presa di coscienza da parte di società e tifosi che rinnovare è il verbo da cui ripartire, obbedienti più che mai a leggi economiche e svecchiamento dell’attuale organico. Ad oggi non è dato sapere chi siederà sulla panchina nerazzurra a partire da luglio, certo è invece lo stravolgimento dell’organico attuale. Mettendo da parte fantasie d’altri tempi sul mercato, nomi da copertina oramai lontani dalle possibilità del Belpaese, vien voglia di dare un senso alle ultime giornate di mercato e magari arrovellarsi, aldilà della classifica, su come rivitalizzare elementi in rosa che potrebbero esplodere nella prossima, e speriamo più soddisfacente, stagione agonistica.
FANTASIA..MA NON TROPPO– Stramaccioni ha il compito, proibitivo per certi versi, di riavviare un motore inceppatosi troppe volte in una stagione tanto tormentata e anche dopo soli novanta minuti dal suo arrivo in prima squadra è pacifico dire che il coraggio non gli faccia difetto. Rispolverati Zarate e Chivu dal nulla, stravolto il modulo prudente e attendista del suo predecessore, il buon Andrea sembra l’uomo giusto per qualche azzardo tattico,insomma niente da perdere e tutto da guadagnare prima del rompete le righe, un modo condivisibile per dare un pò di pepe ad un finale altrimenti stanco e privo di stimoli. Detto questo, a livello tattico non sarà sfuggito agli occhi dei più un neo difficilmente trascurabile nell’attuale rosa nerazzurra: l’assenza di qualità in mezzo al campo. Partito Motta destinazione Parigi, sembra proprio che la falla sia rimasta a tutt’oggi aperta e dovendo fare di necessità virtù col materiale a disposizione, vien voglia di suggerire al giovane tecnico un’ipotesi fantasiosa ma affascinante: Ricky Alvarez regista di centrocampo. PERCHE’ NO?- Il numero undici è stato impiegato, con risultati altalenanti, da esterno sinistro nel lineare 4-4-2 tanto caro a Claudio Ranieri che ha piegato le reali attitudini dell’ex Velez alle esigenze tattiche della sua creatura. Poco avvezzo a quel ruolo si è subito guadagnato l’appellativo di adattato, dando ragione a chi sostiene che proporlo in una zona di campo ridotta alla sola fascia abbia accentuato difetti abbastanza evidenti (che manchi di rapidità è un dato oggettivo) , moritificando piuttosto l’abilità del ragazzo come suggeritore puro e dovendo oltretutto imparare movimenti anche in fase di non-possesso tutt’altro che meccanici per uno come lui abituato a giostrare dietro le punte. Mentre il ruolo di trequartista (ammesso che sia contemplato negli schemi tattici del prossimo allenatore o di Stramaccioni stesso) dovrebbe teoricamente essere affidato a un Coutinho cavallo di ritorno da quel di Barcellona, sponda Espanyol, sembra piuttosto in alto mare l’identikit del vertice basso di qualità nella rosa nerazzurra, elemento che nel calcio moderno sembra oramai imprescindibile. Ecco che Alvarez potrebbe rappresentare una piacevole sorpresa in questo senso. Un esperimento, quello di arretrare il “dieci” sulla linea mediana che ha fatto le fortune, per citare gli esempi più lampanti di Catania ( con Francesco Lodi) e soprattutto Milan prima e Juventus poi (con Andrea Pirlo). Ovvio che per operare una trasformazione in questo senso a livello tattico, così come avviene nelle squadre appena citate, occorre irrobustire la zona nevralgica del campo con due centrocampisti che abbiano nelle loro corde dinamismo e polmoni inesauribili affinchè non ne risenta troppo l’equilibrio della squadra e che anche il reparto avanzato abbia compiti di copertura abbastanza rigorosi. Detto ciò è necessario che il giocatore acquisisca in tempi rapidi una forte personalità che, accompagnata ad una visione di gioco dimostrata fino ad ora a sprazzi darebbe di sicuro maggiore fluidità ad una manovra macchinosa e perdipiù spesso orizzontale. Non essendo oltretutto dotato di grande reattività, l’arretramento del numero undici nerazzurro permetterebbe allo stesso maggiore libertà di azione, lontano dal pressing asfissiante che molto spesso viene costantemente applicato sul trequartista puro. Insomma per adesso è un’idea, ma con Strama potrebbe non rimanere tale.