FOCUS – Lo strano sentimento tra la Curva e Moratti
di Francesco Filippetto.
“Le gioie più grandi, le sofferenze più imbarazzanti. 18 anni di gestione racchiuse in quelle 12 domande. Spesso la abbiamo attaccata, ma mai abbandonata. Nonostante tutto qualcosa ci accomuna: l’amore per l’Inter, innegabile. L’essere troppo tifoso che a volte è deleterio. Ora attendiamo curiosi. Ma intanto grazie di tutto presidente, se lo merita. In fondo le abbiamo voluto bene”. Con queste parole, la Curva Nord ha voluto salutare l’ultima partita ufficiale come azionista di maggioranza di Massimo Moratti. Da giovedì l’Inter cambierà ufficialmente padrone, diventando internazionale a tutti gli effetti.
Dall’esordio del 1995 con il Brescia all’addio con il Livorno di Domenica, in questi 18 anni tra Ultras e Presidente il rapporto non è sempre stato idilliaco, tra lanci di scooter e richieste di dimissioni. In diciotto anni l’Inter avrebbe dovuto crescere, maturare, migliorare e in effetti così è stato arrivando a vincere tutto per poi regredire in breve tempo, ricadendo in quegli errori tecnico amministrativi che hanno sempre contraddistinto l’era morattiana.
Moratti ha segnato la storia del calcio italiano e mondiale, con la vittoria del 22 maggio 2010 che ha coronato quel sogno diventato quasi una ossessione, il Presidente diventava nello stivale l’unico ad aver realizzato il Triplete nella storia. Non ci riuscì la Juve del Trap o quella di Lippi, nemmeno il Milan di Sacchi, ma solo l’Inter di Mourinho fortissimamente voluto proprio da Moratti.
Purtroppo però prima di esultare i tifosi hanno dovuto soffrire tanto, forse troppo perché una vittoria così bella cancellasse tutte le cicatrici. Con lui i tifosi nerazzurri hanno vissuto l’eliminazione con l’Helsimborg ai preliminari di Champions, il derby dei 6 gol a zero con Tardelli in panchina, ko col Novara, Schalke, Arsenal, Alaves e tanti altri tracolli che resteranno nella storia. Senza parlare della disfatta del 5 maggio, dell’annata con 4 allenatori (Simoni-Lucescu-Castellini-Hodgson) o di quella appena conclusa targata Stramaccioni.
A lui va dato merito di aver fatto indossare la maglia nerazzurra a veri e propri campioni a livello mondiale, massime espressioni del calcio magari proprio nel momento di transito nel club di Milano come: Ronaldo, Baggio, Ibrahimovic, Eto’o, Vieri e Milito. Per non dimenticare veri e propri leader che hanno saputo interpretare nel campo lo spirito dei tifosi come: Ince, Blanc, Cambiasso, Samuel, Stankovic. Con lui abbiamo avuto la possibilità di goderci la classe di Djorkaeff, il sinistro di Recoba e sempre grazie a lui abbiamo avuto l’orgoglio di aver un capitano strepitoso come Javier Zanetti.
Tuttavia i tifosi non possono dimenticare il denaro sperperato per altri giocatori che hanno segnato in negativo la storia del club, meteore o bidoni, che tuttora echeggiano totale ilarità calcistica come: Vampeta, Gresko, Quaresma, Coco, Pancev, Farinos e tanti altri.
Moratti in 18 anni è stato croce e delizia, cannando tecnici, collaboratori, giocatori nonostante le tante vittorie conseguite e gli sforzi profusi. Forse ai tifosi è proprio questo che non va giù, che l’Inter nell’era Moratti non sia cresciuta e si sia consolidata, che giunti alle vittorie non si sia aperto un ciclo, di non aver quindi imparato nulla dagli errori commessi. Cosi diversi e così vicini, i tifosi punzecchiano Moratti nell’ultimo atto della sua presidenza. Entrambi vittime di un tifo viscerale, dove cercando il bene si finisce per fare male, si salutano con un grazie dal retrogusto amaro di rivendicazioni e puntualizzazioni.
Moratti tuttavia ha regalato la vittoria più importante forse, nell’ultra centenaria storia nerazzurra, e di questo la Curva non hanno scritto nulla. Parlo di Calciopoli, quando Moratti è riuscito a dimostrare che il sistema era corrotto, che le circostanze e gli episodi erano tutt?altro che casuali, che la corruzione che i propri tifosi temevano, sentivano e subivano era concreta. Di questo purtroppo i tifosi non hanno scritto nulla domenica, ma questa resta tuttavia la grande vittoria dell’orgoglio interista, il rifiuto del sistema, l’andare a testa alta sempre in campo e fuori nonostante tutto.
Moratti è stato un presidente discutibile che tuttavia ha dato una impronta personale al Club, diversa da quella boriosa di Galliani, diversa da quella sfacciata targata Agnelli. Qualcuno la può considerare migliore, altri peggiore, ma comunque dignitosa ed elegante, senza rivendicare, alzando la voce senza insultare, senza rispondere anche quando provocato.
Troppe erano le cose da dire per poterle circoscrivere a uno striscione senza tralasciarne di importanti, ecco il piccolo appunto che mi sento di fare alla curva che comunque è stata coerente nella sua posizione. Opinioni a parte, con tutto quello che si è visto in giro a Moratti va detto un grande e immenso grazie per tutto l’amore che ha messo in questi anni per i nostri colori. Le sue intenzioni sono state sempre finalizzate al bene dell’Inter, è stato un padre importante di una società che ha reso ancora più prestigiosa perché l’arrivo di Thohir, sia chiaro, è legato anche all’internazionalità acquisita durante la sua dirigenza. Grazie Massimo.