FOCUS – Maicon più Forlan: arrivano (forse) i nostri!
Il treno Inter è di nuovo sui binari, o almeno così sembrerebbe. Dopo gli inaspettati deragliamenti di inizio stagione il macchinista Ranieri pare iniziare a trovare le leve giuste per guidare a dovere il convoglio nerazzurro verso le vette del campionato. Ovviamente non si può gridare al miracolo o essere euforici per due vittorie consecutive in serie A ma considerando che sei punti in due gare era un?impresa mai riuscita all’Inter finora in questa stagione si può iniziare a sperare di rivedere da un momento all’altro la luce. Certo Ranieri sta mettendo a posto gli ingranaggi della locomotiva, ma per correre ci sarebbe bisogno anche di molto carbone. E un aiuto fondamentale al tecnico romano in questo senso potrebbe arrivare dai recuperi di due giocatori come Maicon e Forlan, certo non gli ultimi arrivati.
I due sudamericani sembrano infatti sulla rampa di lancio per ritornare a calcare forse già nelle gare immediatamente successive a quella contro l’Udinese il terreno di gioco e gli infortuni che li hanno tenuti fuori per diverso tempo (Forlan è stato solo una specie di apparizione mistica da quando è arrivato alla Pinetina) paiono ormai quasi del tutto superati.
Non che l’Inter non abbia ricambi in grado di fornire un buon rendimento nei rispettivi ruoli dei due succitati giocatori, ma la squadra di Ranieri ha ora più che mai bisogno di fare un salto di qualità che permetta di ottenere vittorie con più continuità e meno sofferenza. D?altronde la vetta della classifica è un miraggio ancora lontanissimo e le posizioni che contano sono pur sempre ancora occupate da altre squadre che certamente faranno l’impossibile pur di continuare a respirare l’aria inebriante dell’alta classifica.
Un salto di qualità dunque che appare necessario affinché l’Inter renda significativa la sua estenuante rincorsa in campionato, fin qui ancora molto approssimativa. E il rientro di uno come Maicon ad esempio potrebbe risultare importantissimo, forse ancora di più di quello di uno Sneijder. Basta infatti osservare come Ranieri abbia nelle ultime gare disposto in campo la sua squadra per capire l?importanza che viene riservata alle fasce nell’economia del gioco architettata dal tecnico romano. Il problema principale è però stata proprio l’assenza sugli esterni dell’interprete migliore in quel ruolo, il terzino brasiliano per l’appunto, e i vari Nagatomo e Jonathan quando chiamati in causa hanno più pensato a non prenderle che a rendersi loro stessi pericolosi e propositivi.
Non è un caso che uno come Pazzini sia ormai da tempo immemore a secco di gol. Lui è un divoratore di cross, uno che va servito dagli esterni nel cuore dell’area, ma alzi la mano chi dall’inizio di stagione ha visto fare più di due o tre traversoni decenti dagli esterni nerazzurri. Maicon insomma potrebbe essere la chiave non solo per puntellare la difesa quanto soprattutto per sbloccare il gioco offensivo che senza piedi buoni a supporto delle punte è diventato davvero sterile. Segnali positivi da questo punto di vista ci sono stati con gli inserimenti (guarda caso anche quelli sugli esterni) di Alvarez e Coutinho, ma i due rampolli nerazzurri devono certamente ancora crescere molto per poter con costanza dare volume e consistenza alle manovre offensive dell’Inter e certamente nemmeno il più navigato Zarate è stato in grado di mettersi in luce, anzi si può dire che l’argentino abbia vissuto fin qui di sporadici lampi intervallati da lunghi nubifragi di errori e occasioni perse.
Ciò per quanto riguarda chi il gioco dovrebbe costruirlo. Ma certo ad analizzare la situazione di chi il gioco è chiamato a finalizzarlo non c’è da stare molto più spensierati. Basti rilevare che il miglior marcatore interista in campionato è Milito, uno che dal popolo nerazzurro sarà sempre considerato non un principe ma un vero e proprio re, il quale però forse sente troppo forte il peso della corona e degli anni che passano sulle sue nobili gambe e necessita dunque e con urgenza di un degno erede al trono. Di Pazzini abbiamo già detto: per dare il meglio di sé ha bisogno di una corte ai suoi piedi (ma anche alla sua testa) che funzioni degnamente. Da qualche giorno poi si è fatto prepotentemente avanti il giovane olandese Castaignos, ma per lui vale il discorso che se una rondine non fa primavera è altrettanto condivisibile che un gol (per quanto bello e pesante) non ti fa Di Stefano.
Resta dunque solo lui, Diego Forlan detto il Cacha, uno che all’anagrafe nemmeno si può dire che sia stato registrato l’altro ieri, ma che con quei capelli biondi, la faccia pulita e il suo pedigree di bomber spietato e spesso decisivo può davvero diventare il principe azzurro che a cavallo dei suoi gol arriva a salvare l’impantanata principessa Inter.
L’uruguaiano rispetto a Milito dopo un primo periodo di inevitabile rodaggio potrebbe portare più freschezza e dinamismo all’attacco dell’Inter, se non altro perché finora ha potuto ?giovarsi? di un lungo periodo di (forzato) riposo. Rispetto a Pazzini e Castaignos invece è attaccante più ?indipendente? nel senso che aspetta meno l’arrivo di eventuali palloni giocabili in mezzo all’area e piuttosto cerca di crearsi anche da solo buone occasioni per pungere gli avversari, oltre a essere pericolo costante anche da fuori grazie a doti balistiche di primissimo livello e pure un buon tiratore di calci piazzati.
Insomma se è vero che per Ranieri e la sua Inter di fronte non si vede altro che una lunga e difficoltosa salita è altrettanto vero che il recupero di pezzi da novanta dagli abissi dell’infermeria potrebbe rendere la scalata più agevole. Ma gli ostacoli da superare sono pur sempre tanti e pericolosi, a iniziare da quell’Udinese che sta lassù dove l’armata di Ranieri ancora monca di alcuni dei suoi più prodi guerrieri vuole, spera, deve arrivare.