PELLICOLE NERAZZURRE – Cliffhanger: a mani nude. La seconda scalata di Mancini
Focus Mancini
“Tieni, tira la corda e assicurala a metà: scendiamo in corda doppia” (Walker)
A volte certi addii, nel calcio come nel cinema, profumano d’arrivederci. Certe strade, presto o tardi, sono destinate a ricongiungersi per proseguire insieme, mano nella mano, in barba alle difficoltà ed agli ostacoli di ogni natura possibile. Archiviata l’era Mazzarri, la storia d’amore tra Roberto Mancini e l’Inter ricomincia con tante novità e qualche capello bianco in più nel nome di una missione: riportare l’Inter in alto, tra le vette della Serie A, dove era solita imporsi durante il primo mandato del tecnico jesino. Tra le vette delle Montagne Rocciose si snoda invece la trama di Cliffhanger (QUI il trailer), film cult degli anni ’90 pieno d’adrenalina ed azione: Gabe Walker ( interpretato da un Sylvester Stallone più muscoloso che mai ) scalatore provetto che lavora come operatore di soccorso tra le fredde ed insidiose Rocky Mountains, lascia il proprio lavoro tra i sensi di colpa in seguito alla morte della giovane Sarah, fidanzata del collega ed amico Hul caduta nel vuoto in seguito ad un vano tentativo di salvataggio estremo non riuscito. Tornato alla base dopo un anno, decide di rimettersi in gioco su impulso della ragazza Jessie, partecipando insieme a lei al salvataggio di un gruppo di escursionisti rivelatisi poi subdoli criminali capaci di prendere in ostaggio Hul in seguito al dirottamento di un aereo.
Non saranno le pareti delle Montagne Rocciose scalate da Walker, ma anche a Milano bisogna rimboccarsi le maniche ed iniziare l’arrampicata sin da subito, per non perdere il passo e rischiare di rimanere schiavi della montagna che tante vittime ha mietuto. Chiodi da roccia e moschettone saranno il derby di domenica e il confronto con la super-Roma di Garcia: da qui capiremo che scalata sarà e quanto solidi saranno gli appigli del Mancio, pronto ad incominciare dalla parte più ripida della risalita, classico atteggiamento di chi sa che gli ostacoli si superano col grande lavoro e non raggirandoli. Troppo comodo fuggire su una panchina d’oro come quella russa che lo aspetta da tempo, troppo semplice e troppo lontano dallo spirito di un guerriero che si è sempre messo in gioco, qualunque nave abbia condotto in carriera. D’altronde, se hai gettato le basi dell’Inter del Triplete sei a conoscenza di quanto sarà dura imporsi in una piazza esigente come quella nerazzurra . Proprio come i due protagonisti scalatori capaci di conoscere come le proprie tasche i percorsi e le insidie presenti tra i ghiacci e le rocce, il Mancio conosce l’ambiente Inter e le naturali pressioni che lo circondano, essendone stato uno degli artefici della rinascita sportiva della seconda metà degli anni 2000. Troverà però un’Inter diversa, il buon Roberto: ragioni differenti che non stiamo qui a raccontare ma che conosciamo bene un po’ tutti, rendono il ritorno dell’ex genietto doriano più complesso che mai. Non ci saranno i senatori del Triplete, il mercato non regalerà pezzi da novanta ed ogni punto peserà come un macigno nella corsa al terzo posto, obiettivo totalmente diverso da quelli inseguiti ed ottenuti nel precedente mandato.
L’avvicendamento a stagione in corso lascia una particolare sensazione d’adrenalina mista a curiosità, la stessa che contraddistingue l’intera pellicola diretta da Renny Harlin: tante scene di salti nel vuoto, di pigli improvvisati, di corde barcollanti e prese instabili. Come risponderà il tecnico ai tanti ostacoli, soprattutto di natura tattica, che si presenteranno nel corso della stagione? Parliamo chiaramente: sostituire un allenatore con un sistema di gioco totalmente differente da quello adottato con costanza nel corso degli anni ed in più campionati non è semplice per nessuno. E se fosse proprio la voglia di cambiare la roccia più stabile sulla quale poggiare il primo piede? La difesa a 4, proprio come nel film, potrebbe essere la corda “vecchia di sessant’anni” alla quale la coppia si affida per l’ultima complicatissima scalata. Certezze sulla corda? Poche, come quelle che ad oggi possiamo avere sulla sicura adattabilità degli uomini a disposizione al nuovo possibile modulo. Coltello da tasca tuttofare del tecnico potrebbe invece essere Nemanja Vidic, rivale di mille battaglie ai tempi di Manchester e ritrovato quando forse nessuno dei due pensava più di incrociare l’altro in maniera così ravvicinata e su un percorso comune. Altra grande sfida sarà quella di contribuire alla definitiva consacrazione del sempre stimato Kovacic, che tornando a Cliffhanger ci ricorda Jessie, determinata ma non ancora pronta a prendere le redini della scalata, intraprendente e tenace ma capace allo stesso tempo di crollare psicologicamente sotto il battito d’ali dei pipistrelli risvegliati durante una delle scene più famose del film.
Il finale del film premia una serie di scelte fatte dai protagonisti: premia Walker, capace di rimettersi in gioco dopo l’iniziale smarrimento, premia Hul, liberato dai criminali ai quali è riuscito a tener testa da solo proprio quando il crollo psicologico era ad un passo e premia Jessie, il suo cuore buono e la sua determinazione nel convincere il compagno a tornare tra le montagne. Quale sarà l’epilogo della coraggiosa scelta di Thohir non possiamo ancora saperlo, ma siamo certi che uno scalatore esperto come Mancini farà di tutto per trascinare la banda Inter in alto, tra ghiaccio, rocce ed impedimenti vari. In fin dei conti cos’è la montagna se non uno strumento per accarezzare il cielo? Armatevi di corde e scarponi, la salita è appena iniziata.