FOCUS – Luci a San Siro: tra “Pazza Inter” e Sassuolo, è tempo di cambiare musica
Focus Pazza Inter: è ora di cambiare musica!
Mandata ormai agli archivi la tanto temuta pausa – nazionali , nemica pubblica numero uno del tifoso doc di ogni squadra di club, si può tornare a pensare al calcio giocato: via la snervante attesa e spazio a tattiche, gol, esultanze , gioie e dolori. A dire la verità, in questo fine settimana di settembre pre-match, a tenere banco forse anche più dell’incontro stesso, è la questione inno. Ogni tifoso nerazzurro si interroga giorno dopo giorno sulla nuova marcia che accompagnerà le gesta dei propri cavalieri: ci sarà “Pazza Inter“, compagna di mille successi e testimone di mille ricordi o verrà lasciato spazio a qualcosa di nuovo ? E se venisse confermato l’attuale “C’è solo l’Inter”? Insomma, in un turbine di note musicali, i supporters della Beneamata ripartono da questi piccoli grandi dubbi che tanto stanno facendo discutere sui principali social network. Dubbi che lentamente si trascinano anche sul terreno di gioco, figli di una poco convincente prima giornata di fine agosto, dove una poco arrembante Inter ha raccolto un solo punto in casa dell’organizzato Torino senza convincere troppo. A due settimane di distanza sarà già possibile invertire il senso di marcia, forti del recupero di un uomo chiave come Rodrigo Palacio, mattatore e leader delle ultime due stagioni, e sul calore dei propri tifosi, pronti a fomentare la fame sportiva della banda Mazzarri. Già Mazzarri: l’Inter 2.0 del tecnico toscano pare tatticamente plasmata sulla raccolta dati tanto invocata dal mister della scorsa stagione : a quanto visto di buono solo a sprazzi nel passato campionato vanno aggiunti innesti di qualità, totalmente adattabili al calcio tutto corsa e potenza dell’ex allenatore del Napoli: pedine disponibili e pronte all’esordio nella nuova casa sportiva, eccezion fatta per Nemanja Vidic, assente per squalifica. Partita più complessa, quella di domani, di quanto possa sembrare: alla naturale pressione data dal dover già sovvertire il trend di prestazioni dopo il solo primo set, va aggiunta l’ormai consolidata difficoltà palesata dai nerazzurri nelle partite casalinghe quando si trova di fronte ad una delle famose “piccole”. Squadre chiuse, compatte, organizzate, capaci di rendere snervante il giro palla nerazzurro e ripartire con i propri uomini chiave (in questo caso i tre uomini offensivi, calciatori dotati di corsa e tecnica). Tornando alla musica, elemento apparentemente lontano dallo sport più bello del mondo, capace di fondersi con quest’ultimo grazie all’incredibile capacità di trasportare con sè emozioni e ricordi che vanno poi inevitabilmente a regalare alle nostre menti immagini di un gol o di un’esultanza indissolubilmente legata ad una specifica situazione-momento. Facciamo un esempio: qualcuno di voi riesce a non associare la corsa sfrenata di capitan Zanetti dopo il famoso gol da fuori area alla Roma all’inno Pazza Inter? Storie di successi, di un’Inter che pare lontana anni luce da quella parzialmente ridimensionata e, dopo lo storico e mai dimenticato Triplete, ai limiti del grande calcio europeo degli ultimi anni. L’auspicio più grande è che la musica possa cambiare, in tutti i sensi. Che l’Inter possa tornare ad essere pazza ma meravigliosamente tenace, umile ma dominatrice, feroce gladiatrice ma anche arguta stratega. Sempre e comunque spinta da una passione dei tifosi destinata a riecheggiare in eterno ne La Scala del calcio, perché alla fine interisti si nasce ed interisti si muore, mossi da una passione che nessun altro club può vantare, una vera e propria “gioia infinita, che dura una vita“. LEGGI ANCHE: IL NOSTRO EDITORIALE DEL LUNEDI’ – #LANNODIMATEO