8 Gennaio 2012

FOCUS – Profitto generazionale

In attesa di assaporare i novanta minuti di derby meneghino che ha in serbo la prossima domenica di calcio, il popolo nerazzurro tutto può trascorrere i sette giorni che lo separano di qui alla stracittadina con un?inedita (in questa stagione) sensazione di serenità se non addirittura sicurezza della forza della squadra di Ranieri, sicurezza che rende decisamente plausibile ipotizzare una sfida col Milan da giocare assolutamente alla pari dopo un anno da archiviare per quanto riguarda i confronti diretti coi cugini rossoneri.

La rinascita dell’Inter in una stagione partita con entrambi i piedi sbagliati passa certamente dall’abilità del tecnico romano, capace di prendere per mano una squadra di campioni finita all’angolo, alla quale però un po’ alla volta è riuscito a restituire quella forza d?animo e quella grinta che assieme a un livello qualitativo di primissimo ordine (nonostante partenze eccellenti) l’hanno riportata a tenere bene il centro del ring e guardare di nuovo dritto negli occhi qualsiasi avversario e perché no, qualsiasi obiettivo.

Certamente il filotto di vittorie consecutive che hanno condotto l’Inter a ridosso della zona Champions non è giunto contro avversarie irresistibili e da questo punto di vista il derby di domenica prossima rappresenta una vera prova del nove per Ranieri e la sua truppa.

Intanto però il mister testaccino si gode il frutto migliore del suo lavoro: arrivato a stagione in corso, senza possibilità di chiedere rinforzi al mercato, con una rosa sbilanciata tra over-30 e under-24, è riuscito a creare un mix di esperienza e freschezza sulla cui riuscita in pochi avrebbero scommesso. A inizio stagione infatti la rosa dell’Inter pareva a detta di molti composta da vecchi troppo vecchi e giovani troppo giovani, coi primi ormai sazi e stanchi e i secondi acerbi e inaffidabili. Dal conflitto generazionale che risultava dai dati anagrafici della rosa nerazzurra Ranieri è riuscito però a tirar fuori solo o quasi profitto, in termini di risultati e probabilmente ora anche in quelli di gioco. I senatori sono tornati ai fasti di un tempo, alle prestazioni da veri campioni quali essi sono, e nel farlo hanno certamente tratto giovamento dall’inserimento in rosa dei giovani che di volta in volta Ranieri ha buttato nella mischia e che garantiscono velocità, reattività e tanta voglia di mettersi in luce.

Alvarez tanto per fare un esempio ha ormai smesso i panni dell’oggetto misterioso, anzi sembrano ormai chiari a tutti i motivi che hanno spinto la dirigenza nerazzurra a portarlo questa estate alla Pinetina in cambio di una cifra che di questi tempi è da considerare tutt?altro che irrisoria, e vederlo servire assist al bacio per il Principe Milito (classe 1979) è l’emblema suggestivo della rinascita di una squadra che ha messo da parte la tentazione di guardare insistentemente al passato e cullarsi sui trionfi di stagioni memorabili ed è ritornata a giocare come fosse un corpo solo, con cellule nuove e vecchie che staffettano e si aiutano, ognuna apportando alla causa comune  le proprie doti migliori.

La speranza del tifoso nerazzurro a questo punto è quella di non veder collassare questo pressoché idilliaco equilibrio tra reparti,giocatori, generazioni che con pazienza e maestria il buon vecchio Ranieri ha costruito facendo spesso e volentieri di necessità virtù, risollevando le sorti della stagione interista spesso tra malumori e diffidenza. Dove realmente possa arrivare questa Inter lo scopriremo probabilmente già nel derby di domenica, il cui esito potrebbe andare ben oltre l’assegnazione o meno di punti in classifica a una o all’altra squadra. Intanto però ci si gode questo momento felice e la consapevolezza che, a prescindere dai trofei che Ranieri riuscirà a vincere o perdere in questa stagione, il tecnico romano avrà fatto capire a tutti che questa Inter non è affatto finita, ma anzi con una gestione attenta dei giovani in rosa e di quelli che arriveranno a rinforzarla ha dinanzi a se un futuro ricco di qualcosa in più di semplici speranze.