FOCUS – Tornare grandi privandosi dei “grandi”?
Un paradosso su tutti pare fare da leit motiv al mercato nerazzurro in queste prime settimane di giugno: da un lato l’Inter ha un progetto ambizioso, corroborato dall’ingaggio di un allenatore dall’ottimo pedigree, ovvero quello di tornare un club di primissimo livello in Italia prima, in Europa poi; dall’altro però, incombe costante la necessità di recuperare in qualche modo quei soldi che Moratti non ha più voglia e possibilità di investire a fondo perduto nel suo amato club calcistico, una necessità che pare trovare una soluzione nella cessione di giocatori in surplus, ma anche di qualche pezzo pregiato della rosa.
Ecco dunque rivelarsi il paradosso di cui sopra: può l’Inter tornare competitiva ai massimi livelli vendendo alcuni dei suoi giocatori migliori? Non sarebbe più logico considerare alcuni elementi della rosa ?incedibili?, considerarli cioè le fondamenta inamovibili di una squadra da ristrutturare comunque in diversi punti, ma che ha impazienza di tornare a lottare seriamente per qualcosa di importante?
Appare evidente che il discorso che si va dipanando riguarda nel caso specifico dell’Inter attuale principalmente i casi di Handanovic e Guarin, i quali, però, meritano riflessioni diverse tra loro. Il colombiano, infatti, rappresenta senza dubbio uno dei centrocampisti più talentuosi in casa Inter, ma è pur vero che soprattutto nell’ultima stagione, vuoi per l’appannamento generale della squadra, ha realmente brillato in poche occasioni, girando spesso a vuoto in altre. Una eventuale partenza di Guarin, alla giusta cifra, potrebbe in fin dei conti non essere così determinante per il livello qualitativo della rosa nerazzurra, a patto che dal ricavato in termini monetari, arrivi un giocatore di livello altrettanto alto, possibilmente più continuo e magari anche più funzionale all’idea di gioco che Mazzarri ha in mente.
Ciò che invece sarebbe un?autentica ?zappata? sui piedi da parte degli uomini mercato nerazzurri, è l’ipotetica cessione di Handanovic: il Barcellona pare sia disposto a sborsare l’allettante cifra di 30 milioni di euro, denaro fresco da reinvestire sul mercato. Già, ma per acquistare chi? Quanti portieri esistono al mondo bravi almeno quanto lo sloveno? E a che cifre si troverebbe un suo degno sostituto? La risposta più ovvia è che in caso di cessione di Handanovic arriverebbe con ogni probabilità al suo posto un portiere meno bravo, meno decisivo e che, dato il ruolo di cui si parla, toglierebbe molte certezze all’Inter che sarà. Che senso avrebbe allora parlare di ambizioni di rinascita in casa Inter se uno dei pochi ?top player? che c’è in rosa venisse mandato via seppur a cifre importanti? Si potrebbe tirare in ballo a questo punto il famoso caso dello scambio Ibrahimovic-Eto?o: ma per l’appunto nell’occasione a Milano arrivò un certo Eto?o; via un grande ma poco gestibile giocatore, dentro un campione sotto tutti i punti di vista, una situazione, questa, a dir poco irripetibile con Handanovic.
Di cessioni importanti, negli ultimi due anni, all’Inter se ne sono viste tante, sicuramente troppe: Thiago Motta, Sneijder, Maicon, Julio Cesar, lo stesso Eto?o, e in tutti questi casi c’è stato da censurare, da parte della società Inter, non tanto le cessioni in sé (il monte ingaggi ne sa qualcosa) quanto l’aver letteralmente svenduto quelli che erano stati i campioni di tutto, ricavando dalle loro cessioni un bottino considerabile, senza timore di smentita, misero. Ora quello stesso bottino misero, incapace di ridare quella quantità d?ossigeno al bilancio societario che ci si poteva e doveva attendere, rischia di avere ripercussioni ancora quest?anno, anche sulla stagione incipiente.
L’Inter pare dunque ancora costretta a vendere ma, questa volta, almeno in questa occasione, che a partire non siano i giocatori più talentuosi, quei pochi che rappresentano una sicurezza. Mazzarri d?altronde è stato chiaro: una decina di giocatori dell’attuale rosa dovranno andar via, per il semplice fatto che sono in sovrannumero. Si faccia cassa lì, dunque, tra coloro i quali non rientrano nel nuovo ?progetto?. In caso contrario, se i tagli venissero fatti ancora una volta ai rami più floridi dell’albero nerazzurro, non ci sarebbe da attendersi che l’ennesima, triste annata scialba e infruttuosa.