FOCUS – Un Mondiale a tinte nerazzurre
Paese che vai, nerazzurro che trovi. Sono già trascorsi tre anni dal primo successo assoluto della Spagna nella rassegna mondiale e l’anno prossimo è già tempo di Mondiali, che tornano in Brasile ben 64 anni dopo El Maracanazo, la clamorosissima e imprevedibile sconfitta dei padroni di casa che gettò nello sconforto un intero paese e arrise al secondo e ultimo successo dell’Uruguay in Coppa del Mondo. Ma quali sono i nerazzurri che potremo vedere ed eventualmente sostenere alla prossima rassegna iridata? Ecco chi sarà presente e chi invece rischia di rimanere a casa.
ANDREA RANOCCHIA (Italia) L’avventura di Andrea con la nazionale azzurra è di fatto un’avventura sulle montagne russe. Negli anni ha vissuto gli status di titolare inamovibile, di non convocato e di convocato da riserva. Quest’ultimo status è quello in cui Ranocchia vive ora, contando sull’ottimo avvio di stagione del suo reparto e le sue conseguenti prestazioni in crescita. L’Italia ha un piede e mezzo in Brasile: basteranno tre punti nel match di Martedì contro la Repubblica Ceca per staccare definitivamente e con due partite di anticipo il biglietto che porta alla rassegna iridata. Anche qualora si steccasse l’impegno, ci sarebbe un nuovo tentativo in casa con l’Armenia e un altro in Danimarca: pur affrontando tre compagini ancora in lotta per il secondo posto, ci vuole un harakiri impossibile per mancare la qualificazione. Sarebbe la prima grande rassegna per Andrea Ranocchia, che al momento ci arriverebbe non da titolare: ma anche Materazzi non partiva nell’11 titolare nel 2006 e poi….
YUTO NAGATOMO (Giappone) La rappresentativa nipponica, in grandissima crescita negli ultimi 5 anni e in particolare sotto la guida di Alberto Zaccheroni, ha già prenotato il viaggio oltreoceano: il Giappone si è infatti qualificato il 5 Giugno 2013, come prima classificata in un girone che comprendeva Australia (anch’essa qualificata), Giordania, Oman e Iraq. Yuto sarà sicuro protagonista essendo titolare inamovibile della sua nazionale, considerata una mina vagante da evitare nel sorteggio di Dicembre e con moltissimi giocatori affermati nel panorama europeo, soprattutto in Germania. Assieme al Giappone ed all’Australia, in rappresentativa del continente asiatico, si sono qualificate anche Iran e Corea del Sud mentre una tra Giordania ed Uzbekistan spareggerà contro la quinta classificata del girone sudamericano per l’ultimo posto sul volo per Rio.
HUGO CAMPAGNARO, RODRIGO PALACIO e RICARDO ALVAREZ (Argentina) Nella folta colonia argentina, sono tre al momento i giocatori nerazzurri chiamati a rappresentare l’Albiceleste. Per Hugo Campagnaro è una favola che potrebbe avere un lieto fine, visto che ha conosciuto la gioia della nazionale a 31 anni suonati ed ha già inanellato 11 presenze: rispetto a Ranocchia, la concorrenza è meno agguerrita nel suo ruolo e un’ottima stagione con l’Inter potrebbe regalargli il posto da titolare. Per Rodrigo Palacio, invece, i compagni di reparto sono di ben altro spessore: tra Higuain, Aguero, Tevez e soprattutto Leo Messi ci vuole una stagione da vero craque per aggiudicarsi uno dei posti in attacco che verosimilmente saranno al massimo 5. Ancora di più dovrà fare Ricky Alvarez che ha finora assaggiato la nazionale quattro volte in periodi intermittenti e che ha altrettanta concorrenza nel ruolo, da Pastore a Lavezzi fino a Lamela e Di Maria. Per vedere invece l’Argentina ai mondiali, i dubbi sono pochi: con l’assenza del Brasile, che organizza il torneo ed è quindi qualificata di diritto, l’Argentina sta dominando il gruppo insidiata solo dalla sorprendente Colombia, di cui si parlerà tra poco. Basteranno già tre punti martedì in casa di un Paraguay praticamente eliminato o in caso vada male una vittoria in casa contro un Perù che in quel momento sarà già probabilmente fuori dai giochi qualificazione.
FREDY GUARIN (Colombia) Pilastro di una delle nazionali più sorprendenti del decennio in corso, Fredy Guarin si prepara al suo primo mondiale portando per mano una Colombia che manca dal torneo da ben 16 anni dopo l’exploit e la progressiva parabola discendente degli anni ’90 culminate con la tragedia di Escobar che si è intrecciata alla situazione di grande instabilità del paese sudamericano dell’epoca. I cafeteros hanno tirato fuori dal cilindro una nuova generazione d’oro, che potrebbe essere addirittura migliore della precedente che comprendeva Higuita, Valderrama, Rincon e Asprilla. Oltre a Guarin, c’è uno degli attaccanti più contesi del mondo (Falcao), due tra gli esterni più apprezzati della Serie A (Cuadrado e Zuniga) e una seconda punta giovane ma in piena rampa di lancio (James Rodriguez). Nel girone di qualificazione sudamericano la Colombia è in testa a pari punti con l’Argentina e martedì può bastarle anche il pareggio in Uruguay per fare festa.
ALVARO PEREIRA (Uruguay) La discesa del Palito, che a Milano non ha mai fatto vedere qualcosa che possa valere gli 11 milioni spesi per lui, corrisponde alla discesa della Celeste, che dopo il quarto posto ai mondiali Sudaficani e la conquista della Copa America l’anno successivo, non ha più saputo esprimersi agli stessi livelli. Al di là di una Confederations Cup dalle discrete indicazioni, la nazionale di Tabarez dovrà sudare sette camicie per portare la propria bandiera in Brasile, là dove è scolpita nella storia la loro ultima affermazione iridata; al momento l’Uruguay è quinto nel girone di qualificazione e in questo momento disputerebbe il playoff contro la quinta rappresentante asiatica, ma un calendario complicato con Colombia, Ecuador ed Argentina nonchè il fiato sul collo dell’emergente Venezuela possono giocare brutti scherzi. In tutto questo Alvaro Pereira è finito a scaldare la panchina, cedendo il posto al laterale dell’Atletico Madrid Cristian Rodriguez.
ISHAK BELFODIL e SAPHIR TAIDER (Algeria) I due giovani neoacquisti nerazzurri sono in rampa di lancio come la loro nazionale, che ha già vinto il proprio girone sbarazzandosi di Mali, Benin e Ruanda e attende di conoscere l’avversaria del playoff che nella doppia sfida andata e ritorno può regalare all’Algeria la quarta partecipazione assoluta al Campionato del Mondo. Taider è più avanti nelle gerarchie della nazionale, con sole 5 presenze ha già realizzato due gol e dalla prima convocazione non è più uscito dalla formazione titolare. Belfodil non ha ancora presenze ufficiali, almeno fino a Martedì, ma ciò è dovuto soprattutto al caso che si creò nell’ultima Coppa d’Africa vinta dalla Nigeria in cui Belfodil non rispose alla chiamata algerina perché indeciso su quale rappresentativa scegliere tra gli africani e la Francia. Anche qualora l’Algeria si qualificasse, Belfodil dovrà sudarsi la convocazione con una buona stagione e partire alle spalle del compagno Slimani, attaccante dello Sporting Lisbona e capocannoniere assoluto delle qualificazioni africane.
MATEO KOVACIC (Croazia) Indubbia la presenza di Mateo Kovacic nella nazionale croata, qualunque sia la sua stagione. Il gioiellino classe 1994 è di gran lunga, dopo Modric, il centrocampista più dotato tecnicamente nel panorama del suo paese. Dopo una trafila da leader in tutte le nazionali giovanili, Kovacic è arrivato in nazionale maggiore a 18 anni lo scorso Marzo e da allora non ha ancora saltato una presenza (5 in totale). Semmai ad essere in dubbio è la presenza della Croazia ai Mondiali: capitata nel girone dell’emergente Belgio, la Croazia ha di fatto deposto le armi per il primo posto con il pareggio di pochi giorni fa contro la Serbia che ha consegnato ai fiamminghi la possibilità di ritrovare il Mondiale con un solo punto da ottenere. Salvo sorprese la Croazia passerà dunque dai playoff, dando l’assalto alla qualificazione che ha già mancato nel 2010.
SAMIR HANDANOVIC (Slovenia) Pietra miliare e miglior giocatore della sua nazionale, nonchè top scorer di presenze (63), Samir Handanovic quasi certamente non disputerà il Mondiale a causa della cattiva situazione della sua Slovenia. Ancora coinvolta nella bagarre che vede anche Norvegia, Islanda e Albania lottare per il secondo posto (Svizzera praticamente imprendibile) alla nazionale slava serve una combinazione di risultati miracolosi per rientrare in corsa per un posto playoff. Mentre le speranze sono al lumicino, il portierone nerazzurro si è confermato comunque il migliore in campo nell’ultimo match contro l’Albania.
ROLANDO (Portogallo) Nonostante le 18 presenze collezionate, compresa una nella fase finale di Euro2012, Rolando sembra essere oggi fuori dai piani della sua nazionale. Con la concorrenza di Bruno Alves e l’ex Siena Neto in aggiunta alla crescita di molti talentini che hanno cavalcato l’onda di un campionato locale in netta crescita per Rolando lo spazio si è ridotto fino a non esserci più. Il Portogallo si sta giocando con la Russia il primo posto nel girone che significa accesso diretto ai mondiali ed è a questo punto favorito visto il calendario che gli consegnerà due partite casalinghe per chiudere il discorso: per far sì che Rolando ci sia, servirebbe innanzitutto la continuità con l’Inter (tutt’altro che garantita) e qualche defezione tra le fila lusitane. Un po’ poco per sperare.
Nella speranza di vedere anche Juan Jesus e Jonathan in un mondiale che tutti i brasiliani bramano di disputare e magari Icardi come sorpresa finale per l’Argentina, prepariamoci dunque a tifare per un mondiale che si tinga di nerazzurro, comunque vada.