FOCUS – Una settimana da derby
Capire tu non puoi… tu chiamale se vuoi Emozioni, un verso cantato dal grande Lucio Battisti che sposa pienamente lo stato d’animo del tifoso interista nella settimana che lo porterà verso la madre di tutte la partite: il derby di Milano. Siamo ormai quasi a metà strada, il cammino verso una sfida ricca di significati è meno lungo di quanto si possa pensare e il contorno della vicenda Tevez rende ancora più stimolante l’attesa.
Il tifoso nerazzurro ad inizio settimana entra in una sorta di “trance derbystica“, tutto per lui parla di derby, assalta letteralmente le trasmissioni televisive calcistiche alla ricerca di notizie. Queste possono consistere in un recupero di un giocatore che si spera possa risultare la chiave per la vittoria finale, in un infortunio magari del giocatore di punta degli acerrimi nemici o in una qualsiasi intervista che in un modo o nell’altro faccia riferimento a quella partita. Più passano i giorni e più tutto diventa concitato, mamma mia ce la faremo a recuperare Tizio? sarà in forma per la partita? vale la pena rischiare o meglio rimanere sull’usato sicuro? La notte puntualmente prima di prendere sonno si rivolge un pensiero a quel campo verde, ad uno stadio di nome San Siro e a delle magliette nerazzurre e rossonere, ogni volta è sempre un epilogo diverso, con risultati epocali 5-0 6-0, vendette che si consumano, scoppole senza uguali da rifilare agli avversari, gol in roveciata dei nerazzurri o semplicemente gol, che siano di natica o di collo poi alla fine poco importa. C’è il tifoso pessimista poi, quello che vede tutto nero, che immagina disfatte clamorose e i conseguenti sfottò che dureranno per sempre, il tifoso diffidente nei confronti degli arbitri, perchè si sa come vanno a finire queste partite, un rigore all’ultimo minuto per loro ed è finito tutto. Poi per fortuna c’è anche il tifoso ottimista, quello che non ha dubbi : “Lo vinciamo noi, siamo da sempre superiori”. Quest’ultimi fanno mille ipotesi di risultati, mille combinazioni di marcatori e state sicuri che i primi saranno sempre positivi e i secondi saranno sempre nerazzurri. Da non dimenticare nemmeno i tifosi del Bar Sport, quelli che magari risentono una persona dopo 50 anni, solo perchè milanista, per ricordargli che non ce n’è per nessuno, perchè a questo derby si arriva troppo in forma quindi l’esito sarà scontato. Da lì partono scommesse: “Se vincete voi ti offro una pizza, se vinciamo noi ti fai biondo”, ma soprattutto discussioni che non troveranno mai un punto d’incontro e che porteranno il più delle volte a concludere la “controversia” con un: “Vedremo domenica sera”.
Arriva la vigilia della partita che se sei fortunato è venerdì ma la maggior parte delle volte è sabato, i segnetti al calendario per il countdown stanno finendo e adesso non ti resta che contare le ore. E’ arrivato il momento di pensare a chi ti farà compagnia nella visione di questo derby e arriva il dramma: i derby vincenti li hai sempre visti con tuo cugino che nel frattempo è partito per il Congo? Lo hai sempre visto solo, per poter imprecare liberamente e poter spaccare tutto lo spaccabile senza creare danni a persone e tuo fratello ha avuto la felice idea di invitare 3 suoi amici, di cui 2 milanisti? Lo hai sempre visto seduto su una poltrona che nel frattempo è stata sostituita? Bei problemi perchè la scaramanzia è parte integrante di un derby e stai sicuro che se perderai la colpa non sarà dei tuoi giocatori o dell’arbitro ma della nuova poltrona o del cugino partito. Arriva il giorno della partita e tu dovresti portare fuori il cane, studiare, fare la spesa, andare in banca ecc… ma non fai nulla di tutto ciò, è il giorno del derby, scusate, sono in clima partita, devo rimanere a casa, come posso andare alle sette a fare la spesa? E se poi trovo fila alla cassa o in macchina? O se trovo un gregge di pecore che blocca tutto? Rischio di perdere le coreografie del derby! Non sia mai!
Finalmente inizia la partita e stai sicuro che al primo contatto su un “tuo” giocatore per te sarà fallo comunque, il replay è inutile perchè era fallo, stop, l’arbitro è già venduto, si vede dall’inizio, i soliti ladri. Se poi era fallo per davvero e non viene fischiato allora cominciano a volare sedie, piatti, ciabatte e tutto ciò che è lanciabile e il televisore è messo a forte rischio, si accendono le prime discussioni se sei in compagnia, le quali rischiano di degenerare in incontri di wrestling, mentre se sei solo o in famiglia, i tuoi incominciano a contattare le cliniche psichiatriche della zona. Ti dicono: “Non puoi fare così per una partita”, frase che tu non vorresti mai che fosse pronunciata perchè non è una “partita” ma la partita. L’intervallo sia che stai vincendo, sia che stai perdendo è comunque fastidioso, perchè se vinci pensi che ancora mancano 45′, se perdi pensi che mancano solo 45′, quindi lo eviteresti in entrambe le situazioni, non capendo che è vitale per la tua salute fisica e psichica. Può anche capitare che hai portato due magliette e te la cambi perchè stai perdendo, o cambi posto con il tuo amico, magari durante la partita ti giri tutte le sedie sperando che qualcosa cambi. Gli ultimi minuti sono di fuoco, anche se stai vincendo 18-0 e al fischio finale o fai partire un urlo di gioia da far venire il terremoto su Marte o ti rintani in un silenzio stampa che durerà giorni. A quel punto partiranno i primi sfottò a tutti i tuoi amici nella rubrica del telefonino e a tutti gli amici su Facebook, invece se le cose sono andate male potresti scegliere o di affrontare a testa alta i vari telefonini e social network o di diventare eremita per qualche giorno. Se hai vinto non perderai nemmeno una trasmissione del post partita e dei giorni seguenti, se hai perso la tv rimarrà inesorabilmente spenta e in un modo o nell’altro gli effetti dureranno giorni e non si fermeranno solo alle ore post partita. Il derby è questo, non solo una partita, ma una settimana di tensione che lo precede e una settimana di sfottò (fatti o subiti) che lo segue.