PELLICOLE NERAZZURRE – Nemanja Vidic: V per Vendetta
Focus Vidic, V per Vendetta
“Io sono il frutto di quello che mi è stato fatto. E’ il principio fondamentale dell’universo: ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria“.
Così parlava V, personaggio del film V per Vendetta, pellicola del 2005 diretta dal regista australiano James McTeigue. Tratto dall’omonimo romanzo grafico, diviene in poco tempo una vera pietra miliare del cinema post 2000, grazie agli importanti messaggi rivoluzionari lanciati ed all’arguto simbolismo utilizzato dal regista. Il plot ruota attorno al personaggio di V, misterioso rivoluzionario mascherato, che prova ad opporsi ai pregiudizi di un regime dispotico vigente in un’Inghilterra futuristica militarizzata, capace di arenare totalmente la libertà di pensiero e di espressione dei cittadini. Assieme alle giovane Evey, l’affascinante e mai identificato protagonista ucciderà i principali fautori di tali soprusi, vendicando quanto subito da giovane in una sorta di moderno campo di concentramento. Il cammino di V è un cammino sopratutto ideologico: tramite una serie di messaggi più o meno celati, proverà ad aprire le menti ormai lobotomizzate della popolazione inglese.
Chi è appena arrivato dall’Inghilterra e si è subito trovato a sconfiggere i pregiudizi di un popolo capace di crearne a quantità industriale dopo pochi mesi di lavoro, è il povero Nemanja Vidic. Il centrale serbo, giunto nella Milano nerazzurra dopo aver fatto incetta di trofei con il glorioso Manchester United, è recentemente finito in un turbine di ingiustificate critiche a causa di alcune prestazioni macchiate da alcune imperfezioni rispetto ai consueti standard straordinari ai quali aveva abituato i palati di tutta Europa. Nemanja come V, con il quale curiosamente condivide l’iniziale del cognome, si ritrova catapultato in un calcio tiranno che non gli appartiene. La Premier League, teatro di un certo livello, vanta una cultura sportiva decisamente superiore alla nostra, perennemente schiava di critiche e di argomentazioni futili che spesso con il gioco del calcio hanno poco a che vedere. Prima giornata di Campionato: l’ esordio del nuovo leader difensivo nerazzurro avviene contro il Torino, squadra che nonostante la storica qualificazione in Europa League, appare pesantemente indebolita a causa delle cessioni di Ciro Immobile prima e di Alessio Cerci sulla sirena. In una partita più complessa del previsto, il numero 15 procura un calcio di rigore ( diciamolo, praticamente inesistente ) e viene espulso per un applauso al direttore di gara. Prime voci, primi mugugni, da parte di avversari e non:”Non è più quello di Manchester“, “E’ un calciatore finito“. Dopo soli novanta minuti di gioco.
Il secondo incidente di percorso avviene in Sicilia, dove il neopromossi rosanero tengono testa alla Mazzarri’s band. Nemanja, a causa di un calo di concentrazione, regala all’argentino Vazquez la palla del vantaggio dopo pochissimi minuti di gioco. Le sentenze, anche in questo caso, appaiono spietate e crudeli. Difficile invece incolpare il solo Vidic per la debacle interna contro il Cagliari di Zeman: il centrale serbo, che stende colpevolmente Sau in area di rigore, affonda assieme al resto della nave, risultata in balia delle onde di una tempesta nata nella prima frazione di gioco.
Eppure la storia di Vidic, come quella del protagonista del film, è un continuo combattere. Guerrieri in campo, uno perle vie della ormai schiavizzata Londra, l’altro sul terreno di gioco; uno contro i soprusi di una società tiranna, l’altro contro i pregiudizi di un calcio sempre meno concentrato sulla propria essenza e sempre più schiavo di critiche e bombardamenti mediatici. Resistere, ripartire, fronteggiando gli ingiusti assalti prematuri, volti a giudicare un calciatore di livello internazionale focalizzandosi su una serie di incidenti che fanno parte del ruolo e che non macchiano una carriera da dieci e lode. Che possa il tuo calcio, Nemanja, essere a prova di proiettile come le idee di cui parla V nella più famosa tra le scene della pellicola: contro tutto e tutti, che la tua vendetta sportiva abbia inizio già dalla prossima battaglia.