“Fu Pirelli a spiare l’arbitro De Santis, nessuna prova contro l’Inter”
“Non c’è prova che l’Inter avesse commissionato alla security Telecom e Pirelli, quest’ultima guidata all’epoca da Giuliano Tavaroli, le attività di spionaggio dell’arbitro Massimo De Santis e nemmeno che abbia utilizzato i dati “abusivamente acquisiti”. Il 23 aprile di quest’anno, così si pronunciava il giudice della prima sezione civile del Tribunale di Milano, Loretta Dorigo, respingendo la richiesta di risarcimento danni in via equitativa presentata oltre un anno fa dai legali dell’ex arbitro di serie A, coinvolto nel processo di Calciopoli, presentanta nei confronti della società nerazzurra per l’illecito trattamento dei dati personali.
Il dossier è stato chiamato “Ladroni”, il giudice in aprile si era riservato di depositare la motivazione che, giorno 21 giugno, è stata resa nota pubblicamente e conferma che non è stata acquisita nessuna “prova dirimente” ai fini della determinazione della responsabilità dell’Inter e per dimostrare che la società nerazzurra fosse stata “la titolare del trattamento dei dati attuata nei confronti di De Santis” e cioè la “committente delle illegittime interferenze”.
Dai fatti emerge che “vi era stato un incontro tra Tavaroli, Moratti e Facchetti nel quale il presidente e il dirigente dell’Inter avevano prospettato la situazione di gravi irregolarità loro comunicata dall’arbitro Nucini ed avevano chiesto consiglio. Nell’occasione Tavaroli aveva consigliato due soluzioni alternative tra il presentare un esposto alla Procura della Repubblica di Milano, ovvero far assumere al Facchetti il ruolo di fonte confidenziale delle forze dell’ordine. Moratti, pur non ricordando l’episodio nello specifico, dichiarava di aver chiesto consiglio a Tavaroli su come procedere”.
Sostiene dunque il tribunale che è stato “inoppugnabilmente” provato, “il costo economico di tutti gli abusivi accertamenti compiuti a carico dell’ex arbitro De Santis fosse sostenuto da Pirelli”e ciò rappresenta un elemento di riscontro dell’estraneità della società guidata da Massimo Moratti. “Si riscontra il soddisfacimento in capo a quel committente di un interesse economico funzionale proprio ed autonomo, in qualità di azionista di rilievo nonchè sponsor dell’Inter”.
Inter assolta dunque pienamente in primo grado.