5 Marzo 2012

G.I.P. – Il fantasma di Oldemburg

G.I.P. non è solo un acronimo che sta per Giudice di Indagine Preliminare ma anche ben altro. In Passione Inter G.I.P. sta ad indicare ?Gioie In Poltrona?, i momenti di puro delirio di chi non solo tifa Inter ma gufa anche le avversarie. Questa rubrica ripercorrerà le più grandi disfatte delle rivali storiche dei nerazzurri, le loro più imbarazzanti figuracce, i loro acquisti più scarsi e le loro giornate più storte. Per ogni tifoso che tifa una squadra ce ne sono altri cento che la gufano, questo è il loro spazio naturale.

QUESTA  SETTIMANA: JUVENTUS-BAYERN MONACO 1-4

L’ ANTEFATTO ? La gufata ben riuscita di questa settimana va in scena  allo stadio Olimpico di Torino l’ 8 dicembre 2009. Champions League 2009-2010, fase a gironi: la Juventus, inserita nel gruppo A con Bordeaux, Bayern Monaco e Maccabi Haifa, affronta i tedeschi in un vero e proprio spareggio valido per l’ accesso alla fase successiva. La partita si presenta complessa ma i ragazzi di Ferrara hanno due fondamentali vantaggi, la possibilità di giocare il match in casa e di poter anche pareggiare per ottenere la qualificazione. In più i bianconeri a settembre avevano stupito tutti ottenendo un prezioso pareggio a reti bianche nella tana del Bayern. Sembrava insomma tutto pronto per un? impresa assolutamente impensabile all’ inizio della stagione. E invece…

LE FORMAZIONI ? La Juventus arriva all’ appuntamento senza Chiellini e Sissoko ma comunque determinata a fare sua la partita. Ferrara infatti non si fa pregare e fra l’entusiasmo dell’ Olimpico scende in campo un 4-3-1-2 tutt? altro che rinunciatario: davanti a Buffon ci sono Caceres, Legrottaglie, Cannavaro e Grosso, in mezzo al campo spazio al trio Felipe Melo-Marchisio-Camoranesi, in attacco Diego a supporto di Trezeguet e Del Piero. Il Bayern, che sente l’ importanza della partita e il peso di dover vincere a tutti i costi, si schiera invece con il 4-2-3-1 tanto caro al suo tecnico Van Gaal confidando nella classe dei  suoi singoli e nel contropiede. Ecco l’ 11 tedesco:  Butt; Lahm, Demichelis, Van Buyten, Badstuber; Van Bommel, Schweinsteiger; Pranijc, Muller, Olic; Gomez.

LA PARTITA  –  I tedeschi partono con il freno a mano tirato: la squadra di Van Gaal, in crisi e quarta in Bundesliga, teme il tracollo e sente il baratro dell’ eliminazione sempre più vicino. Le due compagini si studiano e nella fase iniziale il gioco è estremamente spezzettato. Al 12? il primo lampo: Van Bommel crossa bene per Olic che prende il tempo a tutti e colpisce a botta sicura, palo pieno e brividi per Buffon. I bavaresi si dannano e infatti Schweinsteiger subito dopo scarica un bel tiro dalla distanza. Per la squadra di Van Gaal però l’inizio di stagione sembra stregato: Marchisio si invola e serve a Trezeguet un bel pallone, il  francese si coordina e fulmina Butt, 1-0 per i bianconeri. L’ Olimpico è una bolgia, la buona sorte sembra non smettere di sorridere ai ragazzi di Ferrara che pochi giorni prima avevano addirittura battuto in campionato l’ odiata Inter di Mourinho. I tedeschi però, nonostante la ?sindrome di Calimero?, non riescono a darsi pace e si scuotono mettendo il match sul piano dell’ aggressività e dell’ agonismo. Schweinsteiger continua la sua personale lotta con Buffon chiamandolo all’ intervento, Olic sovrasta sistematicamente i centrali juventini ma non centra mai lo specchio. Alla mezz? ora la svolta: Caceres perde ancora Olic e l’ atterra in area, rigore per la squadra di Van Gaal. Sul dischetto fa la sua apparizione lo spettro personale dei bianconeri: Olic’ Gomez? Muller? No il portiere Butt. Hans- Jorg da Oldemburg (Sassonia) vanta infatti nel suo personale palmares un curioso record: ha segnato due gol in Champions League con due maglie diverse, tutti su calcio di rigore e tutti alla Juventus (nel 2001 con l’ Amburgo e nel 2002 col Bayer Leverkusen). I record, si sa, sono fatti per essere battuti ed è quello che succede poco dopo: Butt colpisce di destro e trafigge senza pietà il suo pari ruolo italiano, 1-1. Da qui in poi le armate tedesche prendono sempre più coraggio e schiacciano gli avversari senza pietà sulla trequarti. Gomez scatena l’ ira di Van Gaal sprecando un? ottima occasione, Schweinsteiger non si rassegna e continua a bersagliare Buffon. I bavaresi sono delle furie e guadagnano corner a ripetizione nell’ incredulità generale. Ferrara arretra Del Piero e Diego sulle fasce a centrocampo e tenta di coprirsi con un approssimativo 4-5-1. Il fischio dell’ arbitro salva i bianconeri che vanno quindi al riposo con un buon pareggio. Spesso non basta un? eternità per rovesciare una situazione critica, figuriamoci un quarto d?ora. Il match infatti ricomincia e i tedeschi continuano ad attaccare a spron battuto. Ferrara tira fuori Del Piero per Poulsen e  sposta Camoranesi e Diego a centrocampo in modo da presidiare meglio la zona nevralgica del campo. E? tutto inutile: prima De Michelis impegna Buffon, poi Olic lo trafigge ribadendo in rete una corta respinta del numero 1 bianconero. E? 1-2, per la squadra di casa comincia a farsi dura. Il tecnico juventino le prova tutte: fuori Diego e dentro Amauri per sfruttare le mischie e i palloni alti. La dea bendata prova a dare un? ultima chance alla Juve: Caceres apparecchia per Trezeguet che, evidentemente pago di aver superato Sivori nella classifica dei gol segnati con la rete del primo tempo, spara alto. Qui finisce la partita della squadra di casa ed inizia il crescendo tedesco: entrano Tymoshchuk e Robben e  la squadra di Ferrara va in panico. In dieci minuti gli ospiti ridicolizzano gli avversari andando in gol prima con Gomez e a tempo scaduto proprio con Tymoshchuk. Finisce 1-4 tra i fischi dell’ Olimpico, la Juve retrocede mestamente in Europa League in una serata tragicomica lasciando ai bavaresi il posto nell’ Europa che conta. Sul prato dell’ Olimpico restano le speranze frustrate di migliaia di tifosi ma soprattutto un? importante lezione sulla precarietà della felicità. Nella vita come nello sport la gioia si misura in attimi fugaci, basta un nulla per inciampare e finire nella polvere.  E non rialzarsi mai più. La Juve, agli ottavi di Champions a metà partita, da questo momento comincerà a colare a picco collezionando una interminabile serie di figuracce. Il Bayern, tremante e impaurito a inizio match, troverà invece la forza interiore per condurre una stagione strepitosa, vincere campionato e coppa nazionale, e capitolare contro un unico imbattibile avversario: l’ euro Inter di Josè Mourinho.

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