Intervenuto sulle colonne de La Gazzetta dello Sport, il giornalista Luigi Garlando ha fatto il punto sulla situazione dell’Inter dopo la sconfitta in Champions League contro il Real Madrid: “Un anno fa, 5 novembre, i nerazzurri perdevano a Dortmund con lo stesso risultato di Madrid: 3-2. Hakimi affondò la squadra da avversario, molto di più di quanto abbia fatto martedì da nerazzurro. L’Inter, in vantaggio di 2 gol, fu rimontata dal Borussia. Con il Real, sotto di 2 reti, ha sfiorato il sorpasso. Ma la vera differenza è un’altra: Antonio Conte. A Dortmund sclerò in un’epica conferenza stampa, accusando la società per la coperta corta e per la propaganda di obbiettivi sproporzionati a una rosa incompleta e inesperta”.
Poi continua: “Martedì, in modo più sobrio, avrebbe potuto far notare le scarne opzioni offensive: se manca una metà della Lu-La, è già notte. E l’incompletezza del centrocampo. Se Vidal, affannato dall’interdizione, sbaglia tanto in costruzione è perché ricopre il ruolo che, nel progetto originario, spettava a Kanté, con il cileno incursore-trequartista, ruolo più consono alla sua attuale disponibilità atletica. Ma, Kanté a parte, era palese che in mediana l’Inter avesse bisogno di qualità dinamica, corsa e piedi buoni, perché il lunatico Brozovic non basta e l’innesto di Eriksen è fallito. Un De Paul sarebbe caviale. Invece Conte non si è lamentato, ha parlato solo della «crescita esponenziale» dei suoi”.
“Ma questo nuovo Conte anestetizzato fa bene alla squadra? Non c’è il rischio che, a forza di ripetere è solo questione di dettagli, siamo i migliori, poi la squadra ci creda e vada avanti a ripetere gli stessi errori”.
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