Il paragone di Garlando: “L’Inter è come la befana”
Anche l’editorialista de La Gazzetta dello Sport Luigi Garlando ha detto la sua sulla vittoria esterna dell’Inter sul difficile campo dell’Empoli attraverso le colonne della rosea: “Neppure la Befana è un prodigio di bellezza, però regala felicità. L’Inter lascia pallone e applausi all’Empoli per un tempo, segna con Icardi, si mette in tasca il nono 1-0 e […]Anche l’editorialista de La Gazzetta dello Sport Luigi Garlando ha detto la sua sulla vittoria esterna dell’Inter sul difficile campo dell’Empoli attraverso le colonne della rosea: “Neppure la Befana è un prodigio di bellezza, però regala felicità. L’Inter lascia pallone e applausi all’Empoli per un tempo, segna con Icardi, si mette in tasca il nono 1-0 e bivacca ancora in beata solitudine sotto le stelle, in vetta al campionato. L’Inter non è brutta, l’Inter è un tipo.
Serve un po’ più di attenzione per coglierne le qualità. Icardi ha segnato 8 gol con 12 tiri: non è bellezza questa essenzialità? Non c’è bellezza nello strappo secco di Perisic, con doppio passo, che cucina la rete di Maurito? Perisic può essere l’uomo del salto di qualità estetico di questa Inter. Sta arrivando. Ieri, forse per la prima volta, si è intravisto il giocatore devastante che rimbalza tra le due linee di fondo, tra una chiusura difensiva e un’assistenza offensiva. Dietro l’aspetto ruvido della difesa, protetta dalla mediana vitaminica, c’è la bellezza che ispira una distesa di neve senza impronte, qualcosa d’immacolato: 12 partite su 18 senza prendere gol. Non è poco. L’Inter veniva dalla balorda sconfitta con la Lazio e da turbolenze di spogliatoio.
Sorpassata dalla Fiorentina e agganciata dalla Juve nel pomeriggio, era attesa a una prova di nervi sul campo della più bella sorpresa del torneo. Ha reagito con la freddezza dei grandi. Più in generale, la bellezza dell’Inter è la sua personalità, è il modo in cui cammina a testa alta, senza badare ai giudizi e alle pressioni degli altri. Si sente bella dentro e non ha bisogno di dimostrarlo con colpi di tacco. Empoli rimanda la memoria nerazzurra al gol chilometrico di Recoba, giocoliere amatissimo al di là della sua incompletezza.
Ecco, quest’Inter, l’Inter di Empoli è l’anti-Recoba: è l’essenziale per vincere, non l’effimero per apparire. E’ l’Inter di Icardi. Ma prima ancora è l’Inter di Mancini che l’ha progettata, corazzata e ora sta cercando di completarla rendendola più a sua immagine e somiglianza, cioè più gentile nel tocco. Perché la concorrenza da scudetto è terribilmente bella. Ieri Juve, Fiorentina e Napoli hanno bersagliato la capolista tirandole dietro dei diamanti: i gol di Dybala, Ilicic, Insigne… Tra queste magie e la stoccata di Icardi sul primo palo c’è un baratro di poesia. Così come tra la qualità di palleggio delle tre inseguitrici e quella che al momento possono offrire Medel e Kondogbia. Al momento, la lotta scudetto è questa intrigante sfida di filosofie: la muscolare ed essenziale personalità dell’Inter contro la ricerca del gioco di chi insegue. Un tipo contro tre sventole. In ogni caso, un concorso di bellezza”.