Inutile negarlo: la finale di Europa League che l’altra sera l’Inter si è conquistata battendo 5-0 lo Shakhtar Donetsk ha ridato una parvenza di successo a una stagione che, altrimenti, si sarebbe avviata a essere la stagione del sì-ma-poteva-andare-meglio. Anche se, in realtà, il secondo posto in campionato di quest’anno – ad appena un punto dalla Juventus campione – è comunque oro, e la prossima stagione comincerà con presupposti completamente diversi. A spiegarlo è, tra gli altri, anche Luigi Garlando, su La Gazzetta dello Sport di oggi.
“Questa Inter è sbocciata nel lockdown, periodo di massima sofferenza, e ha lavorato così tanto che corre più di tutti a Ferragosto – scrive infatti Garlando – E’ cresciuta anche nell’anima. Vincere (ma anche solo giocare) una finale europea, dopo 10 anni, ti butta nel cuore palate di autostima. Nei prossimi incroci con la Juve, l’Inter giocherà con altra personalità. Questa Europa League inciderà sul campionato. L’enigmatica Juve del debuttante Pirlo farà più fatica a sentirsi favorita. A naso, Conte non si accontenterà più dell’1% delle possibilità di vincere”.
Il giornalista si occupa anche degli aspetti in cui Antonio Conte può aver influito maggiormente: “Con Gasperini, Conte è l’allenatore che più incide sulla crescita individuale – si legge – La maturazione di Lautaro, che si è combinato alla perfezione con Lukaku, ne è la conferma. I gol iniziale della Lu-La hanno permesso al tecnico di lavorare serenamente sul resto. In tre direzioni. Prima: meccanizzare le linee di gioco (3-5-2), perché avere conoscenze salde, memorizzate, fortifica l’autostima. Seconda: alzare la squadra con una nuova aggressività. Cioè, pressare altissimo e difendere correndo in avanti. Terza direzione: mentalità vincente e ricerca del dominio anche in situazione di vantaggio”.
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