11 Marzo 2017

Gasperini: “All’Inter andò male perché è una piazza presuntuosa. Ma dagli errori si impara sempre”

L'allenatore dell'Atalanta ha rilasciato un'intervista esclusiva a Condò nel corso di un programma di una nota emittente televisiva

Torna a parlare dell’Inter con tono polemico l’allenatore dell’Atalanta Gian Piero Gasperini, che sedette sulla panchina dei nerazzurri di Milano per pochi mesi nel 2011, ai microfoni di Sky Sport durante il programma “Mister Condò”: “Arrivai dopo che Leonardo li abbandonò senza precise motivazioni per andare al PSG. Non so dire perché scelsero me, ma arrivai a Milano accolto favorevolmente dall’ambiente nerazzurro. Venivo da buoni risultati, potevo rappresentare una novità interessante per l’Inter e mi rifiutai di cambiare il mio modo di giocare perché era grazie a quello che io arrivai fino a lì. Però mi accorsi subito che i giocatori non volevano cambiare il loro modo di giocare, le loro abitudini. Si sentivano appagati, ma io avrei voluto portare quella macchina piena di valori a funzionare di nuovo. Probabilmente anche la società la vivette nell’ottica che io fossi solamente un allenatore di passaggio, perché non fecero mercato e rimandarono tutto alla stagione successiva…non andò anche per questo. Anche dal punto di vista mediatico la mia identità di gioco venne massacrata, si diceva che una big europea non potesse giocare con i tre difensori dietro, era un insulto al calcio per come lo vedevano loro a Milano. Forse il problema del decadimento delle milanesi è soprattutto questo: sono piazze presuntuose, e questo problema di mentalità li ha portati in rovina. Io comunque sono felice di aver fatto questa esperienza anche se è deludente…mi ha fatto crescere moltissimo. Ho capito che lì non devi avere altro che idee forti e grande tenacia nel partire fortissimo, altrimenti non duri. Io però sono contrario a questa gestione del calcio: mi piace allenare le squadre, non gestirle. Con l’allenamento gli insegnamenti rimangono nella testa dei calciatori, con la gestione no”.

IL NUMERO DI KONDOGBIA INFIAMMA “SAN SIRO”