Gasperini: “Io all’Inter? E’ come se non ci fossi mai stato. Non ho colpe, tanti giocatori in declino. Milito meglio di Icardi”
L'ex allenatore nerazzurro ha rilasciato una lunga intervista a TuttosportGian Piero Gasperini, ex allenatore dell’Inter e attuale guida tecnica dell’Atalanta, ha concesso una lunga intervista a Tuttosport. Tanti i temi trattati, a partire proprio dall’avventura sulla panchina nerazzurra: “L’esperienza all’Inter? E’ come se non ci fosse mai stata. Non lo considero neanche. Troppo breve. Non lo metterei neanche tra le voci della mia carriera. Giugno e luglio sono andati via senza il campo, ad agosto abbiamo cominciato a lavorare e in dieci giorni è finito tutto. Nonostante in quella squadra ci fossero tanti giocatori in declino, io credevo che lavorando si potesse fare bene. Ma avrei dovuto avere un po’ più di tempo. Anzi, un po’ di tempo. Dieci giorni sono niente. Non la considero neanche un’esperienza. Forse un’esperienza solo comportamentale”.
I rapporti con la società: “Moratti l’ha fatto in buona fede, ma per me è stata una cosa troppo pesante. La verità è che in quel momento era in crisi il modello Inter, tanto è vero che negli anni successivi non mi sembra che le cose siano andate meglio, anzi di strisce negative, molto più negative, ce ne sono state parecchie. Io ho provato a cambiare quel modello che non funzionava più, nel modo di allenarsi e di giocare. Ma evidentemente ero distante da quello che volevano conservare. E, come ti dicevo, Moratti lo capisco anche. L’Inter è la sua vita e in quel momento era ancora legato a un modello che gli aveva dato tante gioie e faticava a staccarsene. Se non sono stato all’altezza dell’Inter? Macchè, schiocchezze. Io all’Inter è come se non ci fossi mai stato”
Gli episodi di Inter-Napoli: “Ci sono da fare due discorsi differenti. Prima della partita ci sono stati gli scontri, a due chilometri dallo stadio, che hanno riguardato pochi e devono essere di competenza delle forze dell’ordine. Gli ululati invece riguardano più persone, ma secondo me non c’entrano nulla col razzismo. Il razzismo è un’altra cosa, quello è più che altro un problema di educazione. Gli ululati a Koulibaly una manifestazione di razzismo? No. Gli ululati sono come le offese, e sapessi quante ne ho sentite – il coro figlio di…, quando è andata bene – rivolte ai grandi giocatori. Quante ne hanno sopportate Del Piero o Totti? Io penso che sia un modo, deprecabile, per innervosire il miglior giocatore avversario, esattamente come le offese di cui ti dicevo. Ma come fa ad essere razzista uno che nello stesso momento fa il tifo per Asamoah o nel nostro caso, magari, per Zapata? Il razzismo è un’altra cosa, molto più seria”.
Su Mancini: “Sta facendo grandi cose, perché Bergamo è una palestra fenomenale. Però bisognerebbe dargli il tempo di ambientarsi. Tutti, compreso Platini, hanno avuto bisogno di tempo per dimostrare il proprio valore. La Roma su di lui? E’ vero, la Roma finora è quella che ha dimostrato maggiore interesse. Però non c’è solo la Roma. Lo vogliono anche in Italia e all’estero”.
Le sfide: “Mourinho o Guardiola? Guardiola. Anche se Mourinho mi è molto simpatico. Milito o Icardi? Milito. Ronaldo o Messi? Messi, anche se Ronaldo è un fuoriclasse. Ma Messi è il più grande. Più grande anche di Maradona. Più di Messi c’è soltanto la play-station. Gli ho visto fare cose pazzesche, con una continuità pazzesca. Oh, per me meglio anche di Maradona”.
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