GdS – Albertini: “Priorità alla salute, poi si pensi come ripartire”
L'ex rossonero è protagonista di un'intervista sulle pagine de La Gazzetta dello SportRipartire o non ripartire? Questo è il dilemma. Parafrasando questa massima shakespeariana al pensiero del panorama calcistico italiano, possiamo sintetizzare le discussioni in atto tra i massimi organi decisionali del nostro mondo del pallone. Ha detto la sua a riguardo anche Demetrio Albertini, protagonista di un’intervista sulle pagine de La Gazzetta dello Sport.
TAGLIO STIPENDI – Prima di parlare di una ripresa del calcio giocato, Albertini ha elogiato l’iniziativa dei giocatori bianconeri: “La via della Juventus è quella da seguire, ma non c’è una legge quadro e si spera che ognuno si attenga alle decisioni della Lega. Il calcio non è un mondo a parte, non c’è bisogno di supereroi, ma di entrare nel mondo degli altri. Il virus porta all’uguaglianza”.
DIATRIBA CON INZAGHI? – In merito ad una storia Instagram di Albertini in cui sembrava criticare le parole di Pippo Inzaghi sulla ripresa dei campionati, l’ex Milan ha commentato: “Con Pippo non ho problemi, ma mi dà fastidio che si pensi che se non ripartiamo c’è sotto qualcosa. La priorità è la salute. Anche io vorrei che si tornasse a giocare, anche io vorrei uscire di casa, oggi, anzi ieri. Ma se uno pensa al convoglio tragico di Bergamo non può non concordare che il primo dovere è riflettere”.
IL MOMENTO – Demetrio Albertini è anche presidente del settore tecnico della Figc; ecco come sta vivendo questo periodo sotto il punto di vista di questa carica: “È complicato, dovremo congelare i campionati dei settori giovanili, quando abbiamo dovuto decidere sul blocco o meno dei corsi per allenatori sul territorio c’è stato caos perché le situazioni erano diverse. Ma ora la priorità è la ripartenza. Salute, organizzazione, poi occhio alla situazione economica: le condizioni gravissime dell’Italia avranno ripercussioni sulle aziende dei presidenti e da lì su quelle dei club”.
MILAN – Infine, un commento sull’aria che si respira a Milanello, tra discussioni societarie e linee sportive applicate: “Secondo me al Milan c’è grande confusione. Credo che il Milan abbia perso un elemento valido in Boban, ma è come in uno spogliatoio: se ci sono tanti fuoriclasse, tante teste che non vanno d’accordo, è inutile cercare la colpa. Zlatan è stato il sasso gettato nello stagno, ha creato emozioni: lo terrei”.
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