GdS – Calendario 2019/2020 e stipendi: si decide il futuro della Serie A. Oggi l’Assemblea di Lega
Presidenti riuniti per valutare le possibilità di ripresa. Posizioni distanti con l’Aic sullo stop ai pagamentiSi preannuncia una giornata importante per il futuro del campionato di calcio: è in programma infatti oggi un’assemblea della Lega di A dove verranno discussi i temi più caldi che tengono banco negli ultimi giorno, dagli stipendi dei calciatori ai calendari. Come riportato da La Gazzetta dello Sport, prima convocazione questa mattina alle 10, eventuale seconda alle 15. L’ordine del giorno mette nero su bianco i temi di discussione: “Aggiornamento scenari calendario 2019-2010” e “Ipotesi accordo collettivo AIC-Lega A“.
La Uefa ha dato priorità ai campionati, quasi tutti i club concordano nell’idea che si tornerà in campo almeno ad allenarsi solo quando l’emergenza sanitaria sarà finita. Perché riaprano i centri d’allenamento è assolutamente necessario che ogni tutela della salute venga rispettata. Un dubbio, comune, è legittimo: tra dieci giorni sarà davvero possibile organizzare sedute collettive? E convocare giardinieri, magazzinieri, addetti alla lavanderia, custodi, etc? L’organizzazione di un allenamento di una squadra di A richiamerebbe al lavoro decine e decine di persone.
La ipotesi di ripresa più ottimistiche fissano lo start del campionato a fine maggio (20, 24 o 31) le più realistiche a inizio giugno (week-end del 6-7), le peggiori alla fine. In ogni caso il limite temporale del 30 giugno verrà sforato, in maniera più o meno netta. Andare oltre il 30 giugno comprometterebbe anche la stagione successiva: chiusa quella attuale, ci sarebbe il tempo per una pausa breve e poi subito in campo per un tour de force che si concluderà con la preparazione a Euro 2021. Un tuor de force che nel frattempo farebbe emergere a maggior ragione la disparità tra chi ha una rosa attrezzata e numerosa e chi invece resta meno competitivo.
Qui si inserisce anche il discorso sulla sospensione degli stipendi dei giocatori. Per i club è una misura che deve riguardare tutto il periodo di inattività, quindi oltre alle ultime tre settimane di marzo, andrebbero considerate almeno anche le prime due di aprile. Poi, in base a quanto stabiliranno i decreti ministeriali, si potrà prolungare l’azione o meno. L’Aic, sindacato di categoria, limita lo stop ai versamenti a un mese soltanto.
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