E il gioco sulle fasce? Ballardini incarta Spalletti partendo proprio dall’esterno
Gli uomini di Spalletti scendono in campo come 11 singoli, ma sono ancora lontani da un concetto di squadraLa versione dell’Inter vista ieri sera a Genova è davvero troppo brutta per essere vera. I nerazzurri escono con le ossa rotte da Marassi, è la sconfitta peserà soprattutto a livello di morale e consapevolezza dei propri mezzi, prima ancora che sulla classifica.
Secondo l’analisi tattica de La Gazzetta dello Sport, gli uomini di Spalletti non formano ancora una squadra, ma scendono in campo come 11 singoli individui. Ed i rossoblu li sovrastano sia sul piano tattico che atletico.
E’ sulle corsie esterne che Ballardini imposta la partita. I 3 difensori rossoblu accettano continuamente di rimanere in uno contro uno, liberando così gli esterni da compiti difensivi. Rosi e Laxalt sono velenosi per la difesa nerazzurra, con Candreva che non segue il primo lasciandolo a D’Ambrosio, il quale però si trova in inferiorità quando anche Bessa si allarga.
Capitolo centrocampo: i due mediani Vecino e Gagliardini sono bloccati, Borja Valero passeggia e non prende mai il tempo a Bertolacci, che invece fa girare il Grifone che è un piacere. In tutto Borja e Vecino toccano 57 palloni ciascuno. Spalletti insiste a mettere lo spagnolo trequartista, nonostante non riesca a trovare la posizione giusta e non abbia l’energia per regalare strappi. E in questo modo gli attaccanti non hanno palloni giocabili. Dall’altra parte Laxalt e Hiljemark fanno girare la testa a Vecino e Cancelo, mentre Pandev è il pendolino che fa muovere il Genoa.
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