Carica Gosens: “Ora vi faccio vedere il vero Robin. In semifinale di Champions voglio il Milan”
In un'intervista a Repubblica, l'esterno tedesco racconta la sua voglia di rivalsa
C’è un nerazzurro che ha tanta, anzi tantissima, voglia di dimostrare: Robin Gosens. Arrivato – da infortunato – nel gennaio del 2022, non è mai riuscito ad imporsi come avrebbe voluto con la maglia dell’Inter. Prima il lungo recupero dal problema muscolare alla coscia, poi la titolarità quasi inamovibile di Perisic e l’esplosione inaspettata di Dimarco hanno tarpato le ali all’Arciere tedesco, che ha dovuto quasi sempre fare la riserva e accontentarsi spesso di minuti da subentrato. Di recente, proprio quando stava tornando in forma, un altro piccolo infortunio ha rallentato la sua crescita. Ma ora è pronto a rientrare già dalla gara con la Fiorentina ed è più carico che mai.
Ecco un estratto dell’intervista concessa a Repubblica.
FUTURO E VOGLIA DI RIVALSA- “C’è solo l’Inter. So che nessuno mi ha mai regalato nulla in carriera, ma il trasferimento alla Pinetina l’ho vissuto come un dono. È una delle squadre più grandi al mondo, voglio dimostrare di meritarla. Sono onesto, so che per troppo tempo non sono stato il giocatore che l’Inter pensava di avere comprato. Ne ho parlato anche con Marotta e Ausilio. Avevo sottovalutato quanto gli infortuni potessero influire sul mio gioco, molto fisico. Se sei sempre un secondo in ritardo rispetto all’avversario, c’è poco da fare. Ora sto bene, posso fare vedere chi è il vero Robin”.
SEMIFINALE CHAMPIONS – “Mi piacerebbe il derby. Ho avuto la fortuna di giocarne tre, è un’emozione incredibile, forse unica al mondo. È il massimo che un giocatore possa vivere. Pressione, tifo, tensione. Pensa a tutto questo in una semifinale di Champions: ciao”.
DISCONTINUITÀ – “Abbiamo la qualità per vincere tantissimi trofei, ma ci manca continuità nei risultati. Lo sappiamo noi per primi, ne parliamo, ci incazziamo. Ci aspetta il mese più importante, in aprile ci giochiamo una stagione in nove partite. Dobbiamo provare a vincerle tutte. Dopo le grandi vittorie non riusciamo a fare il necessario reset mentale. Probabilmente, a livello inconscio, siamo portati a pensare: se ho vinto col Barcellona, non posso perdere con lo Spezia. Ma è un grande errore. In Serie A non ci sono partite facili. Dobbiamo imparare a fare tabula rasa dopo ogni match”.
IL MOMENTO PIÙ BRUTTO IN CARRIERA – “Il secondo infortunio all’Atalanta, che mi ha colpito quando ero quasi pronto per tornare in campo. E la mancata convocazione in nazionale, che ne è stata conseguenza”.
DIMARCO – “Abbiamo un rapporto bello e importante. Dal mio arrivo a Milano Dimash mi ha aiutato. Essendo cresciuto nel club, mi ha insegnato ad amarlo. Il fatto che lui stia giocando benissimo per me è uno stimolo. E penso sia stimolante per lui vedere che sto arrivando. Ma anche se non fossimo amici andrebbe bene: la concorrenza fa bene a noi e all’Inter”.
DOPO IL RITIRO – “Il mio sogno è aprire uno studio come psicologo, collaborando con le società sportive per aiutare chi soffre di problemi mentali, che oggi difficilmente vengono accettati e affrontati per tempo. Sto costruendo le basi: la scienza in università e l’esperienza in campo”.