L’avv. Grassani: “Esclusione dalla Serie A dei 3 club e calciatori? Ipotesi fondata”
L'esperto in diritto internazionale valuta i possibili scenariNonostante sia la vigilia di un’importante giornata di campionato, le attenzioni sono chiaramente rivolte ai recenti sviluppi che riguardano la Superlega. L’Inter, ad esempio, domani sera sarà sul campo dello Spezia a cercare di ritrovare la vittoria dopo il pareggio dell’ultimo turno contro il Napoli, ma di questo passo corre davvero il rischio di perdere la concentrazione in un momento delicato per la storia del calcio. Sulla possibilità di esclusione di Inter, Juventus e Milan dalla Serie A, in quanto club che hanno aderito alla Superlega, ha parlato questa mattina l’avvocato Mattia Grassani sulle pagine de La Gazzetta dello Sport:
Che cosa potrebbe fare la Federcalcio nei confronti di Juventus, Milan e Inter?
“Come membro dell’Uefa, potrebbe assumere provvedimenti o essere ‘invitata’ a farlo”.
Quali sono i ruoli delle due parti all’interno del sistema?
“Uno dei capisaldi dell’ordinamento sportivo, nazionale e internazionale, è costituito dalla auto organizzazione, oltre che dall’auto-normazione e dall’auto-giurisdizione. In sostanza, Fifa e Uefa, così come la Federcalcio, sono associazioni di diritto privato, che gestiscono le competizioni e, più in generale, tutta l’attività del calcio organizzato (ad esempio il calciomercato e le relative transazioni economiche, gli arbitri, le regole del gioco). I club sono società sportive che possono esercitare attività imprenditoriale nelle forme ritenute più opportune per conseguire l’oggetto sociale, ovviamente assumendosi le relative responsabilità e sopportando le conseguenze derivanti dall’appartenenza all’ordinamento sportivo”.
La costituzione di una Superlega si profila come un possibile reato?
“Certamente no. Ma è vero che i club sono appartenenti ad associazioni di diritto privato e si sono impegnati a rispettarne le relative regole, sottoscrivendo atti di affiliazione e relativi regolamenti”.
Quindi il reato non c’è, ma la durezza della risposta sarebbe lecita.
“L’ipotesi dell’esclusione dei club ‘scissionisti’ dalle competizioni organizzate da Fifa, Uefa e Figc, così come dei calciatori dalle manifestazioni riservate alle rappresentative nazionali, mi sembra comprensibile e fondata”.