Dopo il riaccendersi delle voci su un forte interessamento del ricchissimo fondo saudita PIF per l’acquisizione dell’Inter, noi di Passione Inter ci siamo ovviamente mossi per cercare di confermare queste teorie. Abbiamo quindi raggiunto telefonicamente Filippo Grassia, noto giornalista ed ex Assessore allo Sport della Regione Lombardia, che qualche giorno fa aveva proprio rilanciato la possibilità di una cessione del club nerazzurro. Ecco qui le sue parole nella nostra intervista esclusiva:
Ci aggiorna su queste ultime voci sulla proprietà dell’Inter?
“Ci sono stati interessamenti nei confronti dell’Inter da parte di tre gruppi diversi: uno saudita, uno americano e l’altro non so di quale Paese, può essere inglese o di doppia nazionalità. È evidente che il gruppo Zhang sia in difficoltà, al punto che ha perso la maggioranza di Suning, che ha avuto bisogno di un intervento statale in Cina e che più di tanto non può irrobustire l’Inter, tenuto conto che deve anche ripianare i prestiti che ha avuto nell’ultimo periodo. Ci sono delle situazioni in atto: una di queste è con il gruppo saudita PIF, che sarebbe intenzionato ad acquisire l’Inter. È una trattativa che è partita da lontano e che ora sempre possa essere vicina a una conclusione perché il gap tra la richiesta e l’offerta si è attenuato e a quanto mi risulta dovrebbe essere intorno ai 150 milioni di euro. C’è poi un altro aspetto…”.
Ossia?
“C’è anche da dire che a sua volta la proprietà dell’Inter deve disincagliare il comparto azionario che è stato usato per avere dei prestiti. Questo è pure un nodo fondamentale: è come colui che vuol vendere una casa ipotecata ma che non ha i quattrini per riuscire a togliere questo gancio e che ha bisogno dei soldi dell’acquirente per liberare la proprietà. Questo è l’inghippo fondamentale. D’altro lato, c’è il giovane Steven Zhang che, a fronte delle centinaia di milioni investite da Suning nell’Inter, vorrebbe rimanere ancora per qualche tempo presidente della società: ma credo che si tratti di una trattativa che possa far bene da un lato alla famiglia Zhang e dall’altro lato all’Inter, che potrà operare sul mercato con maggiore disinvoltura o trattenere giocatori che chiedono certe cifre per restare. Si tratta comunque di un’operazione che è indipendente dalle finestre di mercato. Vedremo se queste festività natalizie costituiranno un intoppo o se la trattativa andrà avanti a fari spenti”.
Sino a ora, comunque, da parte della famiglia Zhang e da parte della stampa sportiva, sono arrivate delle smentite. Come vanno interpretate queste voci contrarie?
“Credo che si tratti di una trattativa che dovrà andare in porto, perché, almeno stando a quello che conosciamo, l’attuale proprietà non è in grado di sostenere un club, almeno sino a prova contrario, Mi pare che anche la richiesta di un prestito importante come è avvenuto ultimamente dimostri che la società abbia bisogno di liquidità anche per le spese correnti, quindi si tratta di una trattativa che, al di là di chi poi taglierà il traguardo, a mio parere è inevitabile, è solo questione di tempo. Lo dico con tutto il rispetto per la famiglia Zhang, che nell’Inter ha messo una cifra attorno ai 700 milioni e che quindi nell’Inter ha creduto. Purtroppo, però, vuoi per il Covid, vuoi per le dinamiche commerciali dalla Cina, poi le cose non hanno percorso la strada vincente. Ora come ora l’Inter si deve auto finanziare e deve anche rimborsare parte dei prestiti che ha avuto”.
Quindi crede che i numeri in miglioramento non possano comunque garantire una stabilità, una sostenibilità?
“Secondo me si. Anche tenendo conto delle trattative precedenti l’acquisto di Lukaku e Hakimi, l’Inter non ha effettivamente incassato 180 milioni. E del rimanente, una parte è stata destinata ad appianare parte del debito e le spese correnti. Bisogna capire cosa si vuole. L’Inter è in un momento sportivo favorevole, ma anche di liquidità per potersi sostentare, cosa che Suning non può garantire con certezza. Anche perché ok la rivalutazione del marchio, ma sono tutte operazioni che non portano denaro contante in cassa. Un po’ come il discorso delle plusvalenze: ti evitano la ricapitalizzazione e ti fanno iscrivere al campionato, ma non ti portano nulla in termini di vero denaro. Se il club è indebitato, indebitato rimane. Se Suning che è la controllante ha bisogno di denaro, figuriamoci quando potrà immetterne nell’Inter”.
“Io credo che in tempi brevi ci sarà un passaggio di proprietà. L’Inter è un asset importante, rivalutato dalla vittoria dello Scudetto, dal passaggio agli ottavi di Champions League e ha anche dimostrato di rimanere competitiva nonostante cessioni importanti grazie ai propri dirigenti. Però è una situazione complicata, non solo per l’Inter per le spese degli anni passati. Situazione aggravata poi dalla pandemia per tutte le big d’Europa”.
È un caso che i discorsi su questa trattativa si siano riaccesi in contemporanea con l’accelerata sul discorso stadio e rinnovi?
“Sono segnali sicuramente. Si tratta di un atto di buona volontà da parte della famiglia Zhang, un tentativo di consolidare le fondamenta dell’Inter. Io ribadisco, l’arrivo di una proprietà nuova serve sia all’Inter che alla famiglia Zhang. Anche lo stadio costerà più di 600 milioni, ma sarà una risorsa importantissima. Inter e Milan non possono andare avanti con San Siro, perdendo sempre più terreno rispetto alle altee big europee. Sono comunque leggibili come segnali di una trattativa, sì”.
L’Inter può competere col Liverpool
“Il Liverpool è una squadra molto ostica. Perché sfrutta il contropiede ed ha giocatori perfetti per farlo. L’Inter dovrà fare estrema difensiva alle ripartenze. Però i Reds non sono imbattibili, hanno parecchie lacune quando non hanno la palla tra i piedi. Per me i nerazzurri hanno il 40% di possibilità di passare il turno. Diverso sarebbe stato il discorso con l’Ajax sicuramente. Quello che è successo alla UEFA è ridicolo. Rivolgersi a una società terza per fare un sorteggio… con questi risultati”.
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