Gravina: “Giocare solo in 4-5 stadi? E’ un’ipotesi. Serie A deve ripartire, ma non possiamo compromettere…”
Il presidente della FIGC sta valutando tutte le proposte sul suo tavoloAltra intervista rilasciata del presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio Gabriele Gravina, particolarmente al centro dell’attenzione nelle ultime settimane. Se la sua posizione sulla ripartenza della Serie A è ormai più che chiara, il numero uno della Federcalcio sta comunque valutando con molta attenzione tutti i possibili scenari attuabili nei prossimi mesi. Come sottolineato dallo stesso Gravina ai microfoni dell’Adnkronos, tutte le misure dovranno infatti tenere in considerazione la prossima stagione: “Noi stiamo lavorando su più fronti, la nostra priorità è quella di completare la competizione sportiva della stagione ’19-’20, ma dobbiamo stare a attenti a non compromettere la stagione ’20-’21. Bisogna essere molto cauti nell’ipotizzare una serie di scenari”. A seguire l’intervista completa del presidente della FIGC:
ORGANI INTERNAZIONALI – “Siamo in stretto contatto con la Uefa e con la Fifa, per quanto riguarda le rispettive competenze, e crediamo molto nel supporto che il massimo organismo europeo può in questo momento dare a tutte le Federazioni. Quando si affronta una progettualità di questo tipo non bisogna mai dimenticare che noi, per consentire di adempiere a tutte le società, una serie di oneri legati alle modalità di iscrizione, abbiamo dei tempi tecnici che, nel volerli comprimere al massimo, sono non meno di 20-30 giorni, tra domande, verifiche e controlli. Bisogna tener conto che se si dovesse andare oltre il mese di luglio, ci sarebbe ancora un altro mese che servirebbe per mettere a punto la macchina organizzativa e soprattutto il controllo sulle società”.
REGIONI CHIUSE – “Potrebbe essere una soluzione per la ripresa della Serie A giocare in 4-5 stadi in regioni meno problematiche per quanto riguarda l’emergenza coronavirus? Non scartiamo nessuna ipotesi, ma francamente pensare che c’è una parte del nostro paese che soffre e che continua ad essere vittima di questa grande epidemia e dall’altra parte pensare di avviare un percorso diverso, non lo vedo percorribile”.
SERIE A RIDOTTA – “16 o 18 squadre? Oggi ci sono delle regole contenute nelle nostre licenze nazionali, ci sono delle norme federali che stabiliscono i format. Noi dobbiamo stare attenti a non commettere il gravissimo errore, in un determinato momento storico come quello che stiamo vivendo, che ci abbandoniamo a dei desideri e delle supposizioni che poi non possono essere calate nella realtà. Noi abbiamo delle norme che devono essere comunque rispettate, si possono modificare, ma ci sono dei tempi tecnici richiesti”.
TAGLIO STIPENDI – “Ci sono molti contatti con l’Associazione calciatori, c’è molto attivismo da parte di diverse società. Quello che è fondamentale è trovare una linea comune a tutte le componenti che tenga conto delle esigenze generali che emergono in questo momento, ma soprattutto tenga conto delle specifiche differenze delle singole leghe che hanno delle peculiarità relative agli emolumenti. E’ chiaro che bisogna comunque stabilire un limite dove non bisogna mortificare le condizioni di vita di professionisti che vivono con un lordo mensile molto basso”, ha sottolineato il presidente federale.
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