Grazia non applicabile e sconfitta a tavolino? La verità sul caso Lukaku
Cosa potrebbe succedere qualora la Juve presentasse ricorso
Nelle scorse ore, in seguito alla decisione ufficiale presa dal presidente della FIGC Gabriele Gravina di concedere la ‘grazia’ a Romelu Lukaku e cancellare dunque la squalifica di un turno in Coppa Italia, sui social è divampata una nuova polemica. Nel mirino c’è proprio il club nerazzurro e la scelta ufficializzata lo scorso sabato dal numero uno della Federcalcio.
Nei giorni scorsi era stato il giornalista Mirko Nicolino ad evidenziare come per il caso specifico non fosse applicabile, stando agli articoli del Codice di Giustizia Sportiva, la grazia del presidente. Secondo questa tesi, qualora Lukaku venisse inserito stasera nel match contro la Juve in distinta (come così è stato), l’Inter rischierebbe la sconfitta a tavolino.
Un’ipotesi, questa, che in realtà trova una pronta smentita nelle spiegazione stessa rilasciata da Gravina. L’esultanza di Lukaku, oltre a non poter essere interpretata come provocatoria in quanto già utilizzata in altre occasioni e contesti diversi, arrivava dopo “ripetute e deprecabili manifestazioni di odio e discriminazione razziale tali da poter giustificare comportamenti formalmente non regolamentari e come tali valutati dal direttore di gara”.
Essendo la lotta ad ogni forma di razzismo uno dei “principi fondanti dell’ordinamento sportivo”, Gravina – nel concedere la grazia e dunque lo sconto della squalifica a Lukaku – ne fa riferimento diretto rendendo pienamente legittima la misura intrapresa nei confronti del centravanti belga.
Precisando che secondo lo stesso Nicolino la Juve non avrebbe alcuna intenzione di presentare ricorso contro la presenza nell’incontro di Lukaku, per le ragioni spiegate in alto questo non potrebbe comunque essere accolto da parte della Corte Sportiva d’Appello.