Gresko: “Lazio-Inter del 5 maggio? Mi prendo le mie responsabilità ma erano altri quelli che quel giorno dovevano essere decisivi”
L'ex difensore nerazzurro è stato intervistato da La Gazzetta dello Sport in vista di Lazio-InterIl 5 maggio continua a rimanere una ferita aperta nel cuore di molti tifosi nerazzurri. Anche quest’anno Lazio-Inter si gioca all’ultima giornata e i nerazzurri sono chiamati a vincere per centrare la qualificazione in Champions League che ormai manca da troppo tempo.
In occasione del big match della 38esima giornata di campionato, La Gazzetta dello Sport ha intervistato Vratislav Gresko, protagonista in negativo della sfida che 16 anni fa ha consegnato lo scudetto nelle mani della Juventus: “Bisogna prendersi le proprie responsabilità. Mi prendo le mie, ma erano altri quelli che quel giorno dovevano essere decisivi. L’errore sul gol del 2-2? Pensavo che Toldo uscisse, ne abbiamo riparlato con Francesco. La verità è che nel calcio si vince e si perde tutti insieme. Vincendo quello scudetto molto probabilmente diverse cose sarebbero andate in modo diverso, anche per l’Inter. Bisogna però guardare sempre avanti, l’Inter poi ha vinto tutto”.
Il campionato del 2002: “Si è scritto tanto e solo di quella partita. Lo scudetto noi lo abbiamo iniziato a perdere in casa contro l’Atalanta e a Verona, quando ci sono state strane cose arbitrali come a Venezia quando si inventarono un rigore per un mio fallo su Maniero. Però con il Chievo siamo stati polli noi a farli pareggiare durante il recupero. Bisogna però fare mea culpa. A Roma sull’ 1-0 abbiamo avuto diverse occasioni per raddoppiare, così come sul 2-1. Il 5 maggio ci ha fregato la pressione”.
La sfida di domenica: “Tifo Inter e penso che giocare fuori possa essere un vantaggio. Servirà una grande prestazione, oltre ad un pò di fortuna”.
Skriniar: “Per me è una sorpresa relativa. Ha talento ed è un grande lavoratore, con enormi margini di crescita. Viene da un’ottima stagione ma sono sicuro che che le migliori devono ancora arrivare”.
Il presente: “Sento ogni tanto Toldo e Zanetti. Sono stato in sede anche poco tempo fa. Sono rimasto nel calcio anche quando ho smesso di giocare. Sono un imprenditore, teatrale ma non solo. E poi c’è mio figlio Samuel che ha 12 anni e promette bene come centrocampista centrale”.
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