Achraf Hakimi, esterno dell’Inter di Conte, si è concesso ai microfoni de La Repubblica alla vigilia della sfida di campionato in programma domani contro il Napoli di Gattuso.
Il bacio di Conte dopo l’1-0 contro il Cagliari: “È stato un bellissimo gesto d’affetto. Il mister è con noi qualunque cosa succeda. È un fratello maggiore, per età ed esperienza. Ci lascia liberi, ci permette di divertirci e in campo si vede. Fa parte di quel gruppo che lui stesso ha costruito”.
Il 3-5-2: “Al Real Madrid sono cresciuto con la difesa a 4, ma con tre centrali ho più libertà in attacco. L’attenzione per la tattica e la difesa, centrali nel calcio di Conte, mi sta rendendo un giocatore più completo”.
Il fantacalcio: “Non lo conoscevo. È simile ai giochi che facevo da bambino. Sono contento di avere portato bonus a chi mi ha scelto. Però nel calcio vero il primo pensiero è impedire che gli avversari arrivino alla nostra porta”.
Il segreto di quest’Inter: “Vogliamo le stesse cose, seguiamo un’unica strada, siamo uniti anche fuori dal campo. La crescita è stata graduale. Molti di noi erano nuovi, me compreso. Abbiamo imparato a conoscerci. Poi, certo, sono successe cose che ci hanno dato una spinta. L’eliminazione dalla Champions ci ha permesso di concentrarci sul campionato. Le sconfitte ci hanno aiutato a capire cosa volevamo”.
Lo scudetto: “Ne parliamo ma con rispetto, sapendo di non averlo ancora vinto. È l’obiettivo, non lo nascondo, ma mancano molte partite. Domani col Napoli sarà molto importante“.
Il retroscena di mercato con il Napoli: “Mi cercavano perché sono giovane e a Dortmund ho lavorato bene. Ma la squadra che mi attirava di più era l’Inter, un progetto di crescita. Far parte della campagna di lancio del nuovo logo? È un onore. Mi piace, guarda al futuro. Un futuro che potremo costruire insieme. Spero di restare a lungo in questo club, sono felice”.
Ora l’Europa: “Sono mancati alcuni dettagli, dovevamo conoscerci meglio. Il dispiacere per l’eliminazione resta, ma siamo forti. Questa squadra farà parlare di sé anche in Europa”.
Il gioco dell’Inter: “Una partita non è un film. Nel calcio conta fare gol e non prenderne, vincere e arrivare primi nei tornei“.
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