Che l’Inter abbia un problema a mantenere la propria porta inviolata è piuttosto evidente. La difesa, il punto forte della squadra negli ultimi anni, traballa pericolosamente, compiendo errori banali, imbarazzanti per giocatori di questa caratura. Va però detto che le colpe sono da ripartire in tutta la squadra. Il centrocampo, soprattutto contro Milan e Lazio, è apparso spento, demotivato e nervoso. La difesa spaesata e disattenta.
Tuttavia le colpe da ripartire tra tutto l’organico ed il tecnico non devono distogliere da un problema che, seppur presente da almeno un paio di stagioni, ora si è fatto talmente grande da diventare impossibile da ignorare: il portiere. Samir Handanovic ha dato moltissimo all’Inter, sia a livello tecnico che umano. Tuttavia è innegabile che il suo rendimento, a causa dell’età, sia crollato. Chiariamo: l’Inter non sta faticando e non ha perso il Derby solo per colpa sua. Ma le sue incertezze non possono più essere ignorate, iniziano a costare troppi punti. L’Inter, per gli obbiettivi che ha, necessita di un portiere all’altezza, che possa quando necessario svoltare una partita e coprire gli errori dei compagni. E Samir, purtroppo, da diverso tempo non è più in grado di farlo.
Al di là delle facili ironie e dei meme sugli “sguardi laser”, le sue difficoltà sono sotto gli occhi di tutti. Non solo non para più nemmeno il parabile, ora prende anche delle reti che un portiere che gioca titolare nell’Inter non può permettersi. La domanda non è più SE l’errore o l’incertezza arriveranno, ma QUANDO. Cosa che probabilmente si ripercuote in minima parte anche sull’insicurezza dei compagni nella propria trequarti: sanno che un errore può rivelarsi fatale, visto che Handanovic difficilmente salverà il risultato in caso di necessità.
E nemmeno il gioco con i piedi giustifica più la sua presenza fissa in campo, visto che, per quanto prezioso, in questa stagione l’Inter si è affidata molto meno a lui in costruzione. Poi diciamocelo: da un portiere ci si aspetta quella parata decisiva, quell’uscita perfetta. Che eviti soprattutto i goal subiti, non che faccia gli assist. Ok la costruzione dal basso e il calcio più spettacolare, ma seguendo questo ragionamento tanto varrebbe mettere Brozovic in porta.
Il problema è che la sua personalità è molto ingombrante e, forse, all’Inter nessuno ha il carisma per fargli notare che dovrebbe farsi da parte. Un campione, specie se capitano, dovrebbe capire quando non può più essere competitivo a certi livelli. Ma anche lo staff, tecnico in primis, dovrebbe fare la voce grossa nel caso in cui il giocatore in questione non lo capisca, o finge di non capirlo, da solo. E sicuramente panchinare il capitano rischia di avere ripercussioni sullo spogliatoio…
Una situazione grottesca, ancora di più se si pagano 3 milioni all’anno per tenere perennemente in panchina un prospetto importante come Onana, non un fenomeno forse, ma comunque un estremo difensore di livello e, senza dubbio, più reattivo al momento di Handanovic. Come può essere il portiere del futuro se gli nega sistematicamente di prepararsi già nel presente? Non gioca già da un anno, lasciarlo in panchina anche in questa stagione rischia di essere una politica disastrosa…
I debiti di riconoscenza hanno sempre portato al fallimento. Lo sa bene la Nazionale italiana, che non rifondò dopo i mondiali dell’82 e del 2006, e lo sa bene anche l’Inter, che crollò per la mancata ricostruzione post Triplete. Restare ancorati agli stessi uomini e agli stessi dogmi calcistici porta solo alla rovina. E l’Inter al momento non ha bisogno di questo harakiri. L’Inter ha bisogno di ritrovarsi e di certezze, anche a costo di fare scelte impopolari. Se per il bene dei nerazzurri Handanovic deve accomodarsi in panchina e lasciare il posto ad Onana, che così sia. Ora però speriamo lo capisca anche Inzaghi…
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