Hodgson a 360°: “All’Inter senza Facchetti non ce l’avrei fatta. Moratti ha una passione incredibile”
L'allenatore inglese ricorda l'esperienza nerazzurraUn’esperienza breve all’Inter per uno degli allenatori più iconici degli ultimi anni della storia del calcio: Roy Hodgson. Due stagioni dal 1995 al 1997 sulla panchina nerazzurra ma nessun trofeo per quello che è stato anche ct dell’Inghilterra fino al 2016.
In un’intervista a The coaches’ voice, Hodgson racconta il suo arrivo a Milano: “Ci fu un messaggio molto breve di Giacinto Facchetti che avevo incontrato un paio di volte e mi disse di chiamarlo: Massimo Moratti mi voleva alla guida dell’Inter. Era una grande occasione e ci incontrammo a Milano per definire i dettagli. Dovetti lasciare la panchina della Svizzera ed arrivai ad ottobre nel 1995 e l’Inter non stava andando benissimo”.
Sulla figura di Facchetti: “E’ stato molto importante per me, era un team manager particolare e mi ha sostenuto dall’inizio alla fine. Mi aiutava con le fazioni che si creavano in un club così importante. Mi rimboccai le maniche ma grazie a Facchetti riuscii a cavarmela, non ce l’avrei fatta senza di lui. Mi disse di parlare italiano al gruppo: all’inizio parlavo solo inglese, poi ho imparato”.
Su Massimo Moratti e Javier Zanetti: “Con Moratti c’era rispetto reciproco, mi ha sempre rispettato. Lui vive l’Inter ed è l’Inter. Ha una grande passione. Avevo una squadra forte con Roberto Carlos, Bergomi, Pagliuca, Zanetti… Ecco lui era un grande professionista. E’ diventato quello che è grazie al lavoro e alla grande personalità”.
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