L’involuzione di Hugo Campagnaro: da punto fisso ad anello debole
Arrivato a Milano come fedelissimo di Mazzarri, Hugo Campagnaro ha impiegato davvero poco tempo per conquistare i favori e gli applausi del popolo interista, grazie soprattutto ad un atteggiamento quasi bellico durante le partite: numerosi suoi interventi erano sottolineati da veri e propri boati degli spettatori presenti a San Siro. Tutto perfetto fino all’8 novembre 2013: nonostante l’infortunio, il tecnico dell’Argentina Sabella decide di convocare il difensore per gli impegni della Nazionale, nonostante i problemi fisici che lo tenevano lontano dal campo da più di un mese.
Il Campagnaro che è poi tornato da quegli impegni con l’Albiceleste è stato un lontano parente di quello ammirato nelle prime partite con la maglia nerazzurra: svanito l’atteggiamento bellico e, con esso, anche i boati del popolo nerazzurro. Tale involuzione ha portato il difensore argentino a trasformarsi da punto fisso e titolare inamovibile della difesa interista ad anello debole, come dimostrato e confermato dall’ultima prestazione contro l’Atalanta, nella quale è apparso piuttosto distratto e impreciso, finanche nei passaggi più elementari: da un suo errato intervento difensivo è nato il contropiede che ha portato in vantaggio i bergamaschi.
Se nell’ultimo mese, gli uomini che formano la difesa interista sono stati tutti elogiati per la qualità delle prestazioni offerte, da Samuel a Ranocchia, da Rolando a Juan Jesus, Campagnaro invece sembra stranamente in ritardo di condizione. Il Mondiale si avvicina: forse che ha iniziato a dosare forze ed energie per arrivare in condizioni ottimali all’appuntamento brasiliano? A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca.