Icardi parla del suo futuro: “Inter grande squadra e poi c’è Zanetti…”
Mauro Icardi, il primo grande acquisto (non ancora ufficiale) del mercato estivo nerazzurro, è tornato a parlare in una lunga intervista rilasciata al Corriere dello Sport. Il giovane attaccante argentino, che nelle ultime settimane sembra aver perso un pò di lucidità dopo una partenza a razzo, ha parlato in apertura di come è iniziata la sua carriera da calciatore:
“Con la mia famiglia mi ero trasferito dall’Argentina alle Canarie e giocavo nel Vecinario. Il Barcellona mi aveva iniziato a seguire e mi voleva. Stavo riflettendo sul da farsi quando un giorno mi fu consegnata da un dirigente del Barça una foto con autografo e dedica di Messi. Probabilmente voleva spingermi ad accettare l’offerta del Barcellona e, sono sincero, è riuscito nel suo intento”.
Dopo tre anni nelle giovanili del Barcellona però il giovane bomber non è riuscito a trovare a spazio in prima squadra e dunque ha deciso di lasciare il club:
“Insieme al mio procuratore e a mio padre avevamo visto che nel Barcellona i centravanti con certe caratteristiche, anche se di caratura mondiale come Ibrahimovic, faticavano a integrarsi negli schemi. Se aveva difficoltà Ibra, figuriamoci io… Per me era meglio andare a cercare spazio altrove”.
Grazie all’arrivo alla Sampdoria e all’infortunio di Maxi Lopez, El Niño del partido, come era soprannominato in Argentina, è riuscito a imporsi a suon di gol come grande rivelazione della squadra blucerchiata e ha catturato l’attenzione di grandi club come l’Inter, che dopo aver battuto la concorrenza del Napoli, sarà la sua prossima squadra:
“E? una grande squadra, con tanti campioni argentini. Se ti vuole una società del genere, non puoi che essere felice. Poi c’è Zanetti, per noi argentini è un mito: pensate che da bambino facevo la collezione delle statuette dei grandi calciatori che allora venivano date con la Coca Cola e in camera mia in bella mostra c’era quella di Zanetti. E? un grande campione e mi dispiace molto per il suo infortunio. Sono comunque sicuro che tornerà a giocare”.
Sulla sua decisione di andare all’Inter ha influito anche la possibilità di giocare a “San Siro”:
“E’ uno stadio bellissimo e rimarrà per sempre nella mia memoria. Lì sono andato per la prima volta in panchina, alla prima giornata di questo campionato quando abbiamo battuto il Milan. Al Meazza non ho giocato né contro i rossoneri né contro l’Inter perché sono rimasto entrambe le volte 90′ in panchina”
In conclusione il giovane argentino ha voluto sottolineare che il suo calo fisico di fine stagione non dipende dall’interesse dei nerazzurri:
“No, io da certe cose non mi faccio influenzare e non entrano con me nel campo. Al futuro penserò solo al termine del campionato. Per un attaccante è sempre meglio segnare, ma sinceramente cerco di non farmi condizionare se il goal non arriva: mi sforzo di lavorare per la squadra e non perdo la pazienza”.