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Icardi: “Real? Voglio vincere qui, tifo Inter per colpa di Adriano e Martins! Vi racconto un aneddoto…”

Ad un giorno dalla sfida contro la Juventus, Mauro Icardi si concede ad una intervista a La Gazzetta dello Sport. Fra i temi trattati, quello più caldo del momento, ovvero le questioni di mercato con addirittura le voci di visite mediche con il Real Madrid già fissate per il prossimo anno. Maurito però, non ci sta: “Sciocchezze, ho già risposto più volte, non è il momento di fare certi discorsi e non sono poi io a gestire queste cose”.

Ma la clausola diventerebbe operativa solo con il suo si.

“Non è però ancora arrivato nessuno (ride, ndr). Sia chiaro, io sto bene a Milano, lo sanno tutti. Amo la città, gioco, faccio tanti gol e sono il capitano di un grandissimo club: sono cose importanti per me. Alle questioni di mercato devono pensarci gli altri, a me interessa solo fare il mio dovere, cioè segnare e aiutare la squadra. C’è Wanda che parla con la società”

Si parla di rinnovo, di clausola troppo bassa. Ma lei vuole restare davvero a Milano?

“La clausola l’ha messa l’Inter, non so se è bassa o alta. E le mie intenzioni, ripeto, sono chiare: voglio vincere qualcosa con questa maglia. In futuro, quando arriverà eventualmente il momento di offerte o altro, dovranno tutti andare all’Inter, con Piero (Ausilio) e col Presidente, e li si vedrà”

Insomma, se non è l’Inter a “sacrificarla”…

“Io qui a Milano sto bene!”

Ausilio dice che farete tantissimi rinnovi.

“Ne abbiamo già fatti tanti in effetti, Ne arriveranno altri allora (ride). A Piero piace trattare con Wanda, è un amore-odio fra di loro”

Mai un tentennamento in questi anni Sempre l’Inter nella sua testa nonostante gli scarsissimi successi. Dove nasce l’amore per questo club?

«Colpa di Adriano e Martins. Da ragazzino giocavo sempre con l’Inter alla playstation: Adriano era devastante e Martins era velocissimo. Mi piaceva poi il fatto che molta Argentina avesse fatto la storia dell’Inter. Non ero tifoso a quei tempi, ma fu così che i colori nerazzurri iniziarono a entrarmi in testa. Poi, c’è un’altra storia che mi le­gò molto all’Inter. Un giorno, quando vivevo alle Canarie, al­cuni amici di famiglia andaro­no a Milano In vacanza e fecero pure il tour di San Siro. Torna­rono con due berretti, uno del­l’Inter e uno del Milan. Erano per me e un mio amico: scelsi io per primo e presi quello dell’In­ter, senza il minimo dubbio. Ec­co forse proprio in quel momento diventai tifoso. Fu deci­samente emozionante quando Moratti In persona mi volle a tutti i costi, ingaggiandomi dalla Samp».

 

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Daniele Najjar

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