Il maestro Gatti: “Interista sin da bambino, amavo Boninsegna e Recoba. Moratti? Quanto manca a questa Inter!”
Il direttore d'orchestra si racconta in una lunga intervista, tra passato e presente in nerazzurroE’ considerato uno dei più grandi direttori d’orchestra d’Italia. Ha esportato la musica in tutto il mondo e condivide con i nerazzurri la passione per quei colori che da sempre occupano un posto di rilievo nella sua vita. Daniele Gatti ha scelto di raccontare il suo rapporto con l’Inter in una lunga intervista al Corriere dello Sport, ricordando il primo amore calcistico della sua infanzia.
PRIMA VOLTA A SAN SIRO – “Non ricordo se Inter-Vicenza o Inter-Atalanta, ero su, in quei posti che una volta si chiamavano popolari. Accompagnato da un mio parente cominciai a non mancare più ad una partita, fino ai 13-14 anni. Proseguì fino al 1975-’76, l’ultima stagione di Boninsegna”
L’INCONTRO – “Una sera del 2007 incontrai Moratti che stava uscendo dalla sede, mi spinsi a salutarlo… da tifoso a presidente. Fu di una gentilezza senza pari. E mi anticipò. “Caro maestro, che piacere”. Io confessai quale piacere profondo fosse per me e rivelai la mia fede interista. Parlando capii che aveva perso una rappresentazione del Lohengrin nel turno per il quale era abbonato e lo invitai ad una replica successiva. Venne, ma non lo notai. Poi lo trovai all’uscita del camerino: mi invitò per uno spaghetto insieme alla signora Milly: restammo fino alle tre di mattina. Mi raccontò cosa stava succedendo nel calcio e cosa era stata Calciopoli”
IL RAPPORTO CON MORATTI – “Moratti ha una classe straordinaria. Ogni mese di agosto, da allora, ho ricevuto una busta con l’abbonamento per la tribuna. Ricordo che per l’anno del centenario dell’Inter aveva pensato di inserire nel programma dei festeggiamenti un concerto, avrei dovuto dirigerlo io. Studiammo un po’ la cosa, ma poi tutto si complicò per una serie di problemi pratici. Ricordo che, ad un certo punto, mi chiese se nel repertorio musicale ci fosse qualche titolo attinente al calcio. Manca tantissimo all’Inter“
L’INTER PER LEI – “Chi tifa Inter si porta a casa un dolore. Tifare Inter è come prendere un cucciolo. È il tuo cane, ti dà gioie senza confini e una tenerezza unica, ma sai che arriverà un giorno che lui non ci sarà più e quella sofferenza ti travolgerà, come la felicità assaporata. Questa è l’Inter”
LA SQUADRA DEI SOGNI – “Senza dubbio quella del Triplete. E per me la partita chiave fu Inter-Barcellona, a San Siro, quando vincemmo 3-1 e potemmo affrontare il ritorno con una forza impareggiabile. Piegammo Messi con dieci anni di meno di adesso e campioni come Xavi, Iniesta. Mi dispiacque, dopo la finale di Madrid con il Bayern, non aver visto Mourinho festeggiare con la squadra. Lui che aveva saputo tirare fuori il meglio da quel gruppo. A volte ci sono silenzi molto fragorosi e non voglio pensare ai suoi calcoli, subito proiettati sul futuro madridista. Voglio pensare alla sua professionalità. Vedere quella squadra spezzarsi fu un grande rammarico. Purtroppo la differenza con la Juve o con il Barcellona è che l’Inter spesso non ha mantenuto la stessa continuità una volta raggiunti i vertici. Chissà… Moratti forse si era troppo legato ad alcuni protagonisti, poi arrivò l’infortunio di Milito… E così cominciammo a camminare nella terra di nessuno”
EROI INTERISTI – “Oltre a Boninsegna? Recoba e il suo sinistro straordinario, faceva cose incantevoli e talvolta altre che ti irritavano. E poi la classe e la statura di Diego Milito…”
CONTE – “Forse Sarri all’Inter non mi sarebbe dispiaciuto. Io però sono contentissimo dell’arrivo di Conte che ho ammirato alla Juve e in Nazionale. E, sinceramente, non mi importa cosa abbia rappresentato nel suo passato juventino. So che costringe tutti a dare il massimo. In questo momento è veramente l’Inter. Con lui potrei giocare anche io”
SCUDETTO – “Scudetto? Tutto si può, ora mi godo il Natale da capolista. Penso che la squadra lotterà fino all’ultimo e meglio di quanto abbia fatto il Napoli in questi anni. Anche se pareggiare partite come quella di Firenze mi fatto incazzare. Abbiamo pensato più che altro ad amministrare la gara, una volta raggiunto il vantaggio dopo otto minuti. Quei punti di Firenze ci mancheranno alla fine. Ma dico, ci voleva poi tanto a buttare giù Vlahovic in pieno recupero? Al massimo prendevi un’ammonizione… E mi meraviglia che questo errore lo abbia fatto Skriniar”
LUKAKU – “Lukaku è estremamente generoso e questo mi piace molto… Qualche volta vorrei che migliorasse a stoppare i palloni, ma poi accade quello che abbiamo visto contro il Genoa, gran gol al sette e ottimo controllo di palla… E quindi, bene così. Chi mi incanta è Lautaro, ha classe, è un fenomeno”
ICARDI – “La vicenda non mi ha toccato per niente. Anzi, approfitto per dire una cosa. Nel mondo della musica i contratti si rispettano. Io sono legato al Teatro di Roma fino al 2021. Ma se faccio una tournée di particolare successo o dirigo una serie di produzioni vincenti non vado poi dal Sovrintendente a chiedere un ritocco. Capisco che un calciatore sia patrimonio di un club, ma se poi il valore del cartellino varia a seconda delle prestazioni, gestire una rosa somiglia al controllo di un bouquet di titoli di borsa che salgono e crescono. E la finalità non deve essere quella di vendere un calciatore al massimo e acquistarlo al minimo”
CALCIATORI COME ARTISTI – “Gli atleti andrebbero piuttosto scritturati come gli artisti. E, chi volesse ingaggiare qualcuno, dovrebbe solo aspettarne la scadenza, una garanzia anche per i tifosi. Così ci sarebbe da pagare solo lo stipendio. Ormai alcuni calciatori valgono dai cento milioni in su. Ma con 40 milioni si gestisce una stagione di un grande teatro, acquistare un calciatore di alto livello, adesso, è come acquisire un’azienda. E tutto diventa abnorme”
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