Il Pagellone nerazzurro del 2018: Icardi da 9, Brozovic leader. Male Gagliardini, flop Dalbert
Analizziamo il rendimento di tutti i membri della rosa nerazzurra, compresi i giocatori che se ne sono andati e quelli arrivati in estatePORTIERI
HANDANOVIC 6 – E’ difficile esprimere un giudizio sull’anno solare di Samir: non si può negare che rimanga uno dei migliori portieri in circolazione, allo stesso tempo però, mai come nel 2018, ha mostrato qualche falla. Se 12 mesi fa infatti nessuno avrebbe avuto dubbi nel dire che era soprattutto lui a tenere in piedi la baracca con i suoi riflessi, e chi se ne importa di qualche incertezza nelle uscite, oggi alla memoria sono rimaste impresse molte più prestazioni con errori anche marchiani, o di più ancora semplici indecisioni nei palloni vaganti in area piccola, alternate a serate da saracinesca.
PADELLI, BERNI s.v. – Menzione speciale per l’ex Torino: una sola presenza in quell’Inter-Pordenone di Coppa Italia e due rigori parati nella lotteria finale ad evitare il peggio.
DIFENSORI
D’AMBROSIO 6,5 – In campo non si fa notare troppo: soprattutto nei primi sei mesi limita le folate offensive, che lascia a chi le ha nelle proprie corde (leggasi Cancelo). Alla fine però rimane una pedina preziosa nello scacchiere di Spalletti: risulta essere uno dei più impiegati, anche per la capacità ad adattarsi alla linea a 3. Affidabile.
SKRINIAR 8,5 – Che dire dello slovacco? La sua è una crescita esponenziale: più il gioco si fa duro, più tira fuori grinta e bravura. Andando a memoria, si fatica a ricordare un duello 1 vs 1 in cui abbia avuto la peggio. Qualche sbavatura la commette anche lui, soprattutto in marcatura, ma gli errori si contano sulle dita di una mano. Lui come Icardi in Champions non ha fatto altro che esaltarsi ancora di più. Speriamo che i top club di Spagna e Premier non lo abbiano visto giocare…
MIRANDA 6,5 – Fino a giugno titolare inamovibile, poi prezioso terzo centrale da chiamare in causa anche in big match: si fa trovare sempre pronto (10 le partite da titolare fra campionato e Champions). L’arrivo di De Vrij però è giustificato, oltre che dalla convenienza economica dell’affare, anche dall’avanzare dell’età per il brasiliano e dall’aumento delle sue amnesie.
RANOCCHIA 6 – Colleziona appena 10 presenze in tutto il 2018, delle quali 7 da titolare (due in Coppa Italia). Abbiamo optato comunque per la sufficienza per la professionalità con cui ha accettato di passare da capitano della squadra a riserva, rispondendo sempre presente quando chiamato in causa. Esempio.
DALBERT 4,5 – Quanta fatica. Scampoli di partite, senza quasi mai dare qualche segno di sicurezza in più, di crescita. Unici momenti positivi: le partite con Cagliari e Genoa di questa stagione, in cui ha regalato qualche strappo non disdegnando in difesa. E’ anche sfortunato: 2 infortuni lo hanno rallentato in quello che sembrava essere l’anno della rinascita.
NAGATOMO 5,5 – Dopo 6 anni in nerazzurro, viene lasciato partire senza troppi rimpianti. Da lodare per professionalità, attaccamento ed impegno, ma negli ultimi tempi non dava più le necessarie garanzie, né in difesa né in attacco.
CANCELO 8 (Fino a giugno) – Sei mesi per far innamorare San Siro. Inutile negarlo: rimane un rimpianto non averlo potuto riscattare per il Fair Play Finanziario. Con Spalletti ha dimostrato di essere uno dei migliori laterali in circolazione, non solo in Italia. Classe.
LISANDRO LOPEZ (Fino a giugno) s.v.
SANTON (Fino a giugno) 5 – Dispiace per il ragazzo, smarritosi in un contesto probabilmente più grande di lui e divenuto bersaglio facile per i tifosi. Nonostante lo scarso utilizzo però, alcuni suoi errori evidenti fanno perdere punti pesanti ai nerazzurri: il retropassaggio che innesca El Shaarawy nell’1-1 interno con la Roma, ed i disgraziati 5 minuti giocati con la Juventus, in cui ha più di una responsabilità nei 2 gol della rimonta bianconera.
DE VRIJ (A partire da luglio) 7,5 – Il compagno ideale per Skriniar. Lui e lo slovacco formano una diga da top club europeo. Il pensiero che sia arrivato a zero fa partire applausi sinceri alla dirigenza.
ASAMOAH (A partire da luglio) 6 – Esperienza al servizio del gruppo. Il voto sarebbe più alto, non fosse per due-tre partite di fila giocate sottotono e coincise con il periodo più duro per la squadra di Spalletti. E’ suo l’errore decisivo che permette al Psv Eindhoven di pareggiare a San Siro e di eliminare l’Inter dalla Champions. Ed è lui a perdersi Mandzukic nella partita precedente, il derby d’Italia contro la Juventus.
CENTROCAMPISTI
VECINO 5,5 – La prende con la Lazio, la riprende con il Tottenham, certo: la Garra Charrua non la mettiamo in discussione. Suo anche il cross decisivo nel derby. Ma dell’uruguaiano versione 2018 si ricordano tanti, tantissimi errori e sbavature con il pallone fra i piedi. Non è un dettaglio da poco per un centrocampista. C’è da dire che non è stato quasi mai al massimo della forma, ma tant’è.
GAGLIARDINI 5 – Se di Vecino si ricordano tanti errori, ancora di più ne vengono in mente se si pensa a Gagliardini. Finisce infatti per perdere il posto da titolare con la nuova stagione. Sembra essersi smarrito, confidiamo in Spalletti per l’ennesimo recupero psico-fisico.
BORJA VALERO 6 – Dal Sindaco non si può pretendere più che giochi 90 minuti ogni tre giorni ad alto livello. Ma se utilizzato come in questa stagione, da prima riserva, può ancora dire la sua. D’altronde i piedi e la tecnica non gli mancano di certo.
BROZOVIC 8 – La vera scoperta del 2018. Che fine ha fatto il giocatore discontinuo e svogliato visto in precedenza? Spalletti con l’anno nuovo lo sposta davanti alla difesa ed il croato risponde alla grande: il centrocampo è in mano sua e se manca lui, l’Inter si blocca in mezzo al campo. Sempre più leader.
CANDREVA 5,5 – L’impressione è che l’arrivo di Politano ed il conseguente dirottamento in panchina gli abbia fatto bene: il Candreva nerazzurro non è mai stato lo stesso visto alla Lazio e forse, affidare tutte le folate offensive a lui e Perisic, era diventato troppo per loro. Da riserva però, quando chiamato in causa, ha sempre fatto bene, potendosi gestire al meglio e dando tutto una volta in campo.
PERISIC 5 – 7 gol, 7 assist. Tantissime partite in cui in campo proprio non s’è visto. Il croato vive di folate, è vero. Ed è importante per gli equilibri della squadra. Ma il Perisic visto nel 2018 è davvero troppo poco, almeno se ci limitiamo a quello che ha giocato a Milano: perché quello visto al Mondiale con la Croazia è stato maestoso. Motivo in più per non essere affatto soddisfatti del suo rendimento con l’Inter.
RAFINHA (fino a giugno) 7 – Lui e Cancelo risollevano l’Inter e danno entusiasmo a tutto l’ambiente, oltre che giocate decisive per riconquistare la Champions.
NAINGGOLAN ( A partire da luglio) 5,5 – Vive a fasi alterne: gol, infortunio, polemiche fuori dal campo, gol infortunio, polemiche. Così non va, nel 2019 bisogna cambiare decisamente marcia per non finire nella categoria “acquisti sbagliati”.
JOAO MARIO (A partire da luglio) 6 – In netta ripresa, si è piano piano riconquistato il posto da titolare. Può essere il vero acquisto dell’Inter 2019.
ATTACCANTI
ICARDI 9 – Cosa chiedere di più al capitano? Segna a valanga. E’ decisivo contro qualunque avversario, comprese le big nel girone di Champions Barcellona e Tottenham. In più, per zittire anche gli ultimi coraggiosi che lo criticavano, ha cominciato anche a giocare di squadra ed a sacrificarsi. Top player.
KARAMOH (Fino a giugno) 6,5 – Poche presenze, tanti spunti interessanti, un gol da paura contro il Bologna. Il ragazzo si farà. Intanto che cresca con calma al Bordeaux e speriamo di rivederlo a Milano l’anno prossimo.
EDER (Fino a giugno) 6 – A febbraio l’Inter è in mano sua: Icardi si infortunia e lui lo sostituisce al meglio. Per il resto gioca soprattutto spezzoni finali di partita, in cui difficilmente ha l’occasione per far male.
POLITANO (A partire da luglio) 7 – Per molti il miglior acquisto dell’estate 2018. Arrivato in silenzio, con qualche perplessità per l’investimento, risulta essere di gran lunga il più pericoloso e costante fra i giocatori deputati a creare occasioni da gol. Scoperta.
KEITA (a partire da luglio) 6,5 – Inizio sottotono e finale in crescendo: partita dopo partita sta trovando fiducia e giocate. Porta punti pesanti con i suoi 4 gol. Gli serve giocare con continuità.
LAUTARO MARTINEZ (a partire da luglio) 6,5 – Copia-incolla del giudizio per Keita. Il potenziale lo lascia intravedere ad ogni pallone che tocca, ma in campo si scende in 11 ed altri danno forse più garanzie al tecnico Spalletti, almeno per il momento. Anche lui porta punti pesantissimi, come i 3 con il Napoli.
ALLENATORE
SPALLETTI 7,5 – Ascoltando pareri e leggendo i commenti dei tifosi, si capisce che è destinato a dividere. Lasciamo però parlare i numeri per lui, o meglio, gli obiettivi in base al potenziale a disposizione. Gli è stato chiesto il quarto posto con una rosa al massimo alla pari con quella della Lazio, e lo ha raggiunto. In questa stagione gli è stata data qualche arma in più, anche se non una rosa completa, e l’Inter ad ora è terza a +7 dal quarto posto. In Champions viene da recriminare per l’unica partita sbagliata, quella con il Psv, perché negli altri match era davvero dura chiedere di più. Insomma: nonostante la severità con cui a volte il Meazza lo giudica, Spalletti è colui che ha riportato l’Inter in alto. E mettendoci tanto del suo, a partire da alcuni giocatori rigenerati, su tutti Brozovic. Poi certo, alcune partite non le ha gestite al meglio per sua stessa ammissione. Avanti tutta Luciano!
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