CENTROCAMPO
Brozovic 6,5 – Il vero insostituibile nell’Inter di Spalletti. Dai suoi piedi passa un’infinità di palloni, che vengono puntualmente gestiti con intelligenza. Idee a non finire in una mediana troppo povera di tecnica intorno a lui. E non finisce qui: con una media di 11,864 km a partita, il croato è persino il giocatore che ha corso di più in Serie A. Qualità e quantità in quella che pur non essendo stata la sua miglior stagione, lo ha certificato come uno dei leader tecnici del gruppo.
Nainggolan 5,5 – Non è facile esprimere un giudizio definitivo sul belga. Una cosa è certa: da lui ci si aspettava molto di più. Complici alcune vicende extra-campo e diversi infortuni che lo hanno frenato però, Radja ha dato l’impressione di aver giocato con il freno a mano tirato. Quando ha giocato è stato spesso decisivo realizzando 7 gol (6 dei quali decisivi per il risultato finale) e 3 assist: se l’Inter è in Champions, lo deve anche a lui. In attesa della sua versione migliore, sempre che ancora si possa sperare di vederla.
Vecino 6 – Vanno bene la Garra Charrua, il suo spirito ed alcuni gol assolutamente memorabili, come quello all’ultimo minuto con il Tottenham e quello nel derby. Ma tutto questo è troppo poco per strappare più della sufficienza, visto che le sue prestazioni sono spesso caratterizzate da svariati errori nel fraseggio e nella gestione del pallone. Da lui ci si attendeva una crescita da questo punto di vista, che non si è ancora vista.
Gagliardini 6 – Sempre più defilata la posizione di Gagliardini nell’Inter di Spalletti. Escluso dalla lista Champions, considerato ultimo nelle gerarchie a centrocampo. Nelle 15 presenze che mette insieme però, alterna prestazioni incoraggianti, come le due doppiette al Genoa fra andata e ritorno, ad altre disastrose, come nelle disfatte con Atalanta e Napoli. Saprà Conte resuscitarlo, o questa sarà l’estate del suo addio?
Borja Valero 5,5 – A parte che contro la Roma, lo spagnolo agisce meglio quando viene inserito a partita in corso, piuttosto che da titolare. Quando è chiamato ad entrare per gestire il pallone, sono rare le giocate banali o poco intelligenti. E’ la dimostrazione del fatto che, se dosato a poco a poco e non considerato come titolare inamovibile, possa ancora dire la sua a buoni livelli.
Candreva 4,5 – Messo da parte, fischiato dal suo stesso pubblico ad ogni giocata nelle poche occasioni in cui è sceso in campo: la stagione di Candreva è stata anonima. Una sola gioia, illusoria: la rete al Bologna alla terza giornata, che ha fatto pensare ad un periodo di riscatto per lui. 29 apparizioni totali, contributo pressoché nullo per la causa. Esperienza all’Inter finita?