Chi meglio del suo ex preparatore, Ignacio Scolari, conosce il nuovo acquisto dell’Inter Tomas Palacios. Il centrale argentino classe 2003, prelevato dai nerazzurri dopo una lunghissima trattativa di calciomercato, si allena ormai da diversi giorni ad Appiano Gentile e verrà convocato per la prima volta da Simone Inzaghi per la sfida di Monza.
Intervistato questa mattina sulle pagine di Tuttosport, l’ex preparatore fisico che lo ha seguito al Tallares ha svelato alcuni dettagli della crescita vissuta dal ragazzo, dalle categorie giovanili all’esplosione al Tallares: “Conosco Tommi da quando era un adolescente, dal suo arrivo nel club. Abbiamo lavorato insieme anche nella massima serie argentina. È un ragazzo molto tranquillo e divertente. Nei gruppi in cui è stato era sempre il centro dell’attenzione, il motore trainante per i suoi compagni di squadra. Quello che mi sorprese fu come si adattò facilmente alla sua nuova realtà. Non ebbe mai alcun problema, nonostante avesse lasciato il suo paese sulla pampa per trasferirsi in una città molto più grande”.
SVILUPPO FISICO – “Lui è sempre stato molto più alto della media dei suoi coetanei. Ma si è evoluto parecchio anche a livello di struttura muscolare negli ultimi due o tre anni, più che altro perché l’altezza già ce l’aveva, mentre prima non godeva della stessa muscolatura di oggi”.
ALTEZZA – “Noi con Palacios abbiamo adattato spesso i lavori in palestra per correggerne la postura. Ad essere così alto spesso si curvava verso il basso e questo non va bene. Ci siamo focalizzati su lavori con spalla e testa alzata, senza permettergli che queste si potessero abbassare”.
CRESCITA – “Quando l’avevo conosciuto mi aveva impressionato il suo livello tecnico, in relazione alla sua struttura fisica. Ha qualità di atleti molto più dinamici, di un passo molto più corto rispetto alla sua altezza. Il suo sinistro è davvero importante. Sapevo che avrebbe potuto giocare tra i professionisti per tecnica, il suo sinistro, velocità, leadership: tanto che da noi era stato spesso capitano delle squadre in cui ha militato”.
INIZI DA CENTROCAMPISTA – “Esattamente, non era un difensore centrale, né un braccetto sinistro. Ma proprio grazie al suo livello tecnico è stato spostato lì, per iniziare correttamente lo sviluppo del gioco dalla difesa. Per il Talleres questa era una caratteristica importante: è stato formato per mostrare quello che adesso sta facendo vedere”.
PASSIONE PER I DRIBBLING – “Per lui è una cosa normale. Ha estrema fiducia in se stesso e nelle sue caratteristiche. Utilizza alla perfezione il corpo, ha davvero le doti per essere un grandissimo braccetto di sinistra”.
VICE BASTONI – “Lo vedo abbastanza simile, come caratteristiche, al difensore italiano. Ma Palacios possiede anche qualità da laterale mancino”.
TOP AL MONDO – “Per prima cosa dobbiamo vedere come si adatterà alla Serie A. Lui però è uno che ha sempre bruciato le tappe. Se l’ha fatto una volta, potrà farlo di nuovo. E così arrivare anche nella nazionale dell’Argentina”.
ORGOGLIO – “Assolutamente. Palacios deve essere un esempio, una motivazione per il futuro. Ha mosso il primo passo arrivando in uno dei migliori club del mondo come l’Inter. I ragazzi del Talleres lo devono prendere come un referente, qualcuno di cui seguire le orme”.
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La soddisfazione del difensore