In un’intervista rilasciata sul canale Youtube La Voz de la Experiencia, Alexis Sanchez ha svelato alcuni retroscena del rapporto che lo aveva legato ad Antonio Conte nel biennio trascorso dal tecnico alla guida della panchina dell’Inter. In particolare, l’attaccante cileno ha rivelato il ruolo particolare che il tecnico leccese aveva ricucito per lui in quella rosa.
Queste le parole del centravanti: “Avevo 15 minuti per dimostrargli di poter essere meglio degli altri. Avere solo 15 minuti nel calcio è veramente difficile. Arrivavo due ore prima all’allenamento e mi mettevo a correre per 15 minuti, affinché quei 15 minuti fossero a mille. Perché non è facile riscaldarsi ed entrare, soprattutto se giochi contro la Juventus, è difficile. Ma mi sono preparato per quei 15 minuti. Mi sono detto: ‘Amo questo sport e come amo questo sporto lo devo dimostrare in 15 minuti all’allenatore’. Neanche i migliori calciatori al mondo lo fanno”.
Sanchez ha poi ricordato un aneddoto curioso con l’allenatore: “Sento: “Alexis. Ok, perdevamo 1-0 contro il Parma. Entro. Gol e assist a Lautaro. Vinciamo 2-1. La seguente partita, Alexis titolare. Nella testa dovevo essere il migliore. Non avevo margine di errore. Sapevo che se avessi deluso Conte, se avessi sbagliato un passaggio, mi avrebbe tolto. Feci due gol. Venne da me, mi diede la mano e nient’altro. Vidal lo può confermare. Nel discorso davanti a tutti diceva: ‘Qui non c’è nessun calciatore come Alexis, è l’unico che può fare la differenza’. I miei compagni lo sapevano”.
Infine, il cileno ha ricordato un divertente dialogo avuto con lo stesso Conte: “Dopo un po’ di tempo siamo diventati campioni e tutti felici. Un giorno arrivai in palestra e in quel momento eravamo soli io e Conte, lui mi disse: ‘Dovrei farti giocare titolare, ma se le cose si complicano… Lautaro e Lukaku sono diversi. Tu sei l’unico che può entrare e fare la differenza’. Gli avrei voluto rispondere: ‘Sì, ma se mi mettevi prima vincevamo 2-0 senza casini. Ma avevo imparato la lezione e gli dissi che aveva ragione”.
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