Umberto Calcagno, vicepresidente dell’Associazione Italiana Calciatori, ha raccontato su Gianlucadimarzio.com le modalità che i calciatori vorrebbero mettere in pratica per la ripresa del campionato.
“I calciatori vogliono tornare a giocare, ma non vogliono farlo a tutti i costi. La cosa brutta di questo periodo sono state le strumentalizzazioni. Sembra che l’atteggiamento dei calciatori e dell’AIC sia cambiato, noi invece siamo sempre stati coerenti” ha sentenziato Calcagno che poi ha anche aggiunto una frecciatina al Governo: “Stiamo aspettando la validazione di un protocollo che purtroppo ha ancora tanti punti interrogativi quindi anche noi stiamo cercando di capire se e come andare avanti”.
La questione sul protocollo che passa di mano in mano tra la Federazione e il Comitato Scientifico è all’ordine del giorno e l’AIC non ha dubbi: “L’ultima bozza non l’abbiamo vista, ci sta lavorando la Federazione per farla validare dal comitato tecnico-scientifico. Abbiamo lavorato alle prime ed erano delle bozze che potevano avere un senso. Poi è chiaro che quello che diciamo oggi, la prossima settimana può essere stravolto nel bene o nel male. Il calcio non può essere decontestualizzato rispetto al resto del paese”.
Poi è la volta di un punto chiave in ottica ripresa, ovvero cosa fare in caso di contagio: “Un altro falso problema, uscito strumentalmente, è quello relativo ad un ritiro di oltre 2 settimane. Dalla terza settimana si è sempre e solo parlato di un gruppo aperto. Non serve essere esperti per capire che al primo caso di contagio la squadra deve andare in quarantena. Ma questo fa capire che così il nostro mondo non può convivere con il coronavirus”.
Per finire Calcagno ha chiuso l’intervista parlando del rischio di infortuni e se secondo lui il campionato verrà portato a termine: “Abbiamo un livello di professionalità tale che non dobbiamo chiedere garanzie a nessuno. Abbiamo giusto chiesto un periodo congruo per la ripresa delle attività visto che ci saranno, in caso, partite ogni tre giorni” ha risposto al primo quesito. Sul campionato invece l’AIC ha più di una perplessità: “Ci affideremo molto alla fortuna. Il nostro è uno sport di contatto e questo è un altro problema irrisolto. Il punto non è come trattare il contagiato, ma è chiaro che se in quarantena andrà tutta la squadra c’è questo problema”.
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