Imprese esaltanti, cadute cocenti. Herrera, Berti, Milito, Pandev: la mai banale storia dell’Inter con le tedesche
Pronostici ribaltati, trofei in palio, sfide al cardiopalma: quando il percorso nerazzurro passa per la Germania non esiste spazio per la tranquillitàLA PROVVIDENZA CHIAMATA MANICONE
1994: è un momento molto difficile per l’Inter che rischia addirittura la retrocessione. Con la squadra affidata a Gianpiero Marini dopo l’esonero di Bagnoli i nerazzurri riescono nell’impresa di battere a domicilio 1-3 il fortissimo Borussia Dortmund, finalista Uefa dell’anno precedente, con un Wim Jonk in stato di grazia e con la rete allo scadere di Igor Shalimov, bravissimo a lanciarsi in contropiede dopo l’assalto alla porta di Zenga da parte dei padroni di casa. A San Siro una marea giallonera prova la remuntada, ma sullo 0-2 e con due traverse colpite dai tedeschi arriva il contropiede vincente di Antonio Manicone che manda l’Inter in semifinale. Con il rientro di Berti e la salvezza arrivata alla penultima giornata Marini si toglie lo sfizio di vincere la seconda Coppa Uefa della storia interista.