Claudio Cecchetto, produttore insieme a Max Pezzalli dell’inno “I M Inter (Yes I M)” che ieri sera ha fatto il proprio debutto a San Siro, si è concesso ai microfoni de La Gazzetta dello Sport per spiegare come è nata la canzone e i suoi segreti.
Ecco le sue parole: “Era stato spoilerato e aveva già ottenuto due milioni di visualizzazioni, ma non era ancora la versione definitiva. Siamo particolarmente contenti perché per la prima volta un inno calcistico è cantato anche da una donna, a sottolineare l’importanza dell’uguaglianza di genere. Non ci rivolgiamo soltanto ai tifosi, ma alle tifoserie, ormai gli stadi sono pieni di donne e famiglie. Mirko Mingozzi me l’ha proposto, la musica mi è piaciuta, anche la frase iniziale, ho chiamato Max Pezzali e l’abbiamo rielaborato insieme. Più che un inno è una canzone, la colonna sonora dello scudetto”.
Il ritornello: “Nasce dal marchio Inter Milano, mi è piaciuto moltissimo, è internazionale e ho pensato a un inno che lo sia altrettanto, che sia capito in Thailandia come in Cina. Presto, comunque, nascerà anche una versione in inglese. Frecciatina al Milan? È scherzosa, ironica. Diamo del diavolo ai diavoli, saranno felici…”.
Basta Pazza Inter: “Certo, i cambiamenti sono sempre difficili, ma bisogna farli. Ricordo quando fondai Radio Dee Jay dopo sette anni dall’inizio delle radio private, ma dovevo pure cominciare! “Pazza Inter” è legata al Triplete, dopo tanti anni è giusto cambiare con un brano legato allo scudetto. Chi mi conosce sa che sono sempre stato un innovatore e riconosco l’innovazione negli altri, è questo il bello, è pensare al futuro”.
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