Adriano si racconta fra calcio e drammi personali: “Io un incompreso, ero lacerato dal dolore”
L'ex calciatore dell'Inter si confida a cuore apertoINFORTUNI
Il brasiliano scrive anche dei suoi infortuni, che ne hanno minato la carriera: “Non tutti sono fisici, capite? Quando mi sono rotto il tendine d’Achille nel 2011 sapevo che per me fisicamente era finita. Puoi operarti, fare riabilitazione e provare ad andare avanti, ma non sarai mai più lo stesso. Avevo perso esplosività. Avevo perso equilibrio, cammino ancora zoppicando. Ho ancora un buco nella caviglia. Quando mio padre è morto è stata la stessa cosa. Solo che la cicatrice era dentro di me”.
Adriano prosegue: “La gente si chiedeva: “Che è successo ad Adriano?” È semplice. Ho un buco nella caviglia e uno nell’anima. Nel 2008, era l’epoca di Mourinho all’Inter, la situazione era diventata insostenibile. I giornalisti mi seguivano ovunque e con Mourinho era tutto un: “Che c***! Vaf*******! Vuoi fot****, vero?”. Ho detto, Oh Signore. Portami via da qui. Non ho resistito. Mi hanno convocato in nazionale e prima di partire Mourinho mi dice: “Non torni più, vero?!” Gli ho detto: “Già lo sai!” Biglietto solo andata”.
L’ex attaccante continua: “La stampa alle volte non riesce a capire che siamo degli esseri umani. Essere L’Imperatore significava avere troppe pressioni. Io venivo dal nulla. Ero solo un ragazzo che voleva giocare a calcio e poi uscire per bere qualcosa con i suoi amici. So che è un qualcosa che non si sente spesso dai calciatori di oggi, perché è tutto così serio e ci sono troppi soldi di mezzo. Ma voglio essere onesto. Io non ho mai smesso di essere il ragazzo della favela. La stampa diceva che ero “scomparso”. Dicevano che ero tornato nelle favelas, che mi stavo drogando e tante altre storie incredibili di tutti i tipi. Pubblicavano foto mie dicendo che ero circondato da criminali e che la mia storia era una tragedia. Mi viene da ridere, perché quando fanno così, non sanno assolutamente di cosa stanno parlando. Non capiscono che stanno facendo una figura di merda”.
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