Asllani: “Mai chiesto il prestito. Il gol al Barca? Volevo passarla! Ero distrutto”
Le parole del giovane centrocampista nerazzurroKristjan Asllani è stato uno dei grandi investimenti del mercato estivo dell’Inter. Il centrocampista albanese classe 2002, tuttavia, non ha trovato molto spazio fin qui. Ne ha parlato in un’intervista all’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport.
Durante la stessa, Asllani è tornato anche sull’episodio del gol sbagliato al Camp Nou, contro il Barcellona. Ecco le sue parole:
MINUTI GIOCATI – “Devo crescere, migliorare, e perché sono in un centrocampo di campioni. Ero e sono pronto, ma non pensavo avrei giocato chissà quanto, proprio per il livello dei compagni. Ma io sono contento dei miei spezzoni e sono convinto che questo sia il momento di imparare: da Brozovic a Calhanoglu, li considero tutti dei maestri”.
PRESTITO – “Richiesta da parte mia? Mai, tutto falso. Sono contento qui e voglio rimanerci. Sono stato io a fare questa scelta e la rifarei. Fin dall’inizio sapevo a cosa sarei andato incontro: è tutto parte di un percorso”.
VICE-BROZOVIC – “Io lavoro per guadagnare sempre più spazio ed essere ricordato per il nome che porto. Sono semplicemente Asllani, con le mie caratteristiche e i miei difetti. Uno è la fase difensiva perché sono uno a cui piace tanto tenere la palla”.
RUOLO – “Ho fatto pure il trequartista, ma mi considero un mediano davanti alla difesa. Andreazzoli è stato fondamentale nel farmi giocare in diverse posizioni, oltre ad essere un maestro, un educatore: ha creduto in me. Inzaghi gli somiglia in questo, fa sentire i giovani parte di un tutto”.
AMBIENTAMENTO – “Appena arrivato, pensavo di avere difficoltà in uno spogliatoio con così tanti nomi importanti. Invece, tutto è filato liscio, con naturalezza: l’insegnamento che mi danno è sempre quello di rimanere umile”.
GOL AL BARCELLONA – “Se non ci penso io, mi ci fanno pensare gli altri, Alla lunga un po’ stufa… Ma ammetto di non aver dormito per quattro giorni, passavo le notti a guardare quell’azione, ce l’ho stampata in testa. Vi assicuro che volevo darla di prima a Mkhitaryan. Poi ho preferito stoppare e poi passargliela, ma il controllo è andato un po’ lungo: a quel punto non c’era più spazio. Pensavo di segnare, ma è andata male. Ero distrutto, ma mi hanno consolato tutti, proprio tutti”.