Che fine ha fatto Asllani?
Quinta partita consecutiva senza scendere in campo per il centrocampista
A ridosso della sfida col Lecce, intervistato da La Gazzetta dello Sport, Hakan Calhanoglu aveva parlato così di Kristjan Asllani: “Gli parlo molto, soprattutto quando lo vedo demoralizzato o dispiaciuto. A 20 anni anche noi eravamo come lui, spesso in panchina: in quest’Inter è difficile emergere, ma si impara molto. Lui deve stare calmo e lavorare, crescere nella personalità, diventare più tosto, poi arriverà il suo tempo perché ha qualità grandissime”.
Parole quasi da fratello maggiore nei confronti del giovane centrocampista albanese che anche nell’ultima gara a San Siro è rimasto per tutto l’incontro in panchina, con Gagliardini preferitogli negli ultimi 12 minuti di gioco scatenando le discussioni dei tifosi.
Qualche perplessità in merito alla gestione di Asllani, in effetti, rimane.
I numeri dicono 20 presenze complessive tra tutte le competizioni, ma per un totale di 556 minuti giocati: la media è di 27,8 minuti giocati a partita. Meno di lui, tra i calciatori dell’Inter che hanno debuttato in stagione, hanno giocato solamente Zanotti, Carboni, Bellanova e D’Ambrosio.
Nelle ultime quattro partite di campionato, più l’andata degli ottavi di finale di Champions League col Porto, è rimasto sempre in panchina. L’unica presenza da titolare nel 2023, invece, è datata 10 gennaio: Inter-Parma di Coppa Italia. L’ultima apparizione assoluta, invece, è del 5 febbraio, un mese fa: una manciata di secondi nel finale del derby vinto 1-0 in campionato.
Il tema è sentito. Asllani è un giocatore sul quale l’Inter punta, avendo investito in totale circa 14 milioni di euro per prelevarlo dall’Empoli in prestito con obbligo di riscatto. Il potenziale si è già intravisto, così come il carattere di un giovane che deve ancora maturare per diventare un titolare, ma che ha le movenze e l’attitudine di un vero Calciatore. Certo, va ricordato che la scorsa stagione si affacciava per la prima volta tra i grandi decollando, di fatto, solo da gennaio 2022 in poi. Immaginare un salto immediato dalle giovanili, alla Serie A in provincia e poi a San Siro può essere un filo ambizioso.
Per di più se l’allenatore che dovrebbe valorizzarlo ha una tendenza ad affidarsi ai pochi soliti noti, soprattutto se costantemente in discussione, posizione che inevitabilmente lo porta a rifugiarsi sul sicuro piuttosto che pensare alla progettualità dello sviluppo di un talento che deve diventare un titolare dell’Inter di domani.
Il dubbio però è che un impiego così limitato possa rappresentare soltanto del tempo perso per un talento che ha bisogno di misurarsi col campo e mettere minuti ed esperienza nel serbatoio. Solo così ci si abitua a certi livelli. Vedi Gosens, di nuovo incoraggiante dopo due partite da titolare consecutivamente.