Inter e Atalanta rappresentano in questo momento con ogni probabilità il gioco migliore che offre il campionato italiano. Le due formazioni si affronteranno domani sera dalle 20.45 a San Siro, in un match che vedrà allo specchio i due migliori attacchi della Serie A con le 62 reti della squadra interista contro le 60 della Dea. Tra l’altro non è un caso se Conte e Gasperini hanno creato due stili di gioco molto simili e due moduli quasi speculari.
Innanzitutto per la centralità che i due tecnici hanno conferito ai propri esterni, i quali sono gli elementi chiave che consentono ripetutamente di creare superiorità. In secondo luogo per il ruolo dei centrocampisti, lavoratori instancabili con il compito di recuperare palla e cercare come prima intenzione la verticalizzazione per pungere le difese avversarie. E infine una menzione va fatta anche all’organizzazione degli attaccanti, i quali hanno sì compiti difensivi in fase di non possesso, ma a cui viene concessa ampia libertà di fraseggio negli ultimi metri.
Ciò che marca una linea di separazione tra le due squadre è invece l’atteggiamento in campo in fase di non possesso. Da una parte nell’Atalanta di Gasperini continua a predominare l’idea di un pressing correndo in avanti con tutta la squadra, rischiando l’uno contro uno in difesa con tanto campo alle spalle dei tre centrali.
Conte, che ha tentato invano di replicare un modello simile a inizio stagione, ha trovato un perfetto equilibrio con un pressing più ragionato, alternando talvolta il primo attacco con i due centravanti e altre volte con gli esterni, cercando di ricompattare eventualmente subito la squadra con il lavoro di scherma da parte dei centrocampisti sulla difesa in caso di mancato scippo al possesso avversario. Una protezione che consente ai tre centrali di potersi organizzare meglio e difendere qualche metro più indietro per evitare di essere presi in velocità.
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