“La partita è organizzata dal miliardario canadese israeliano Sylvan Adams, un autoproclamato ambasciatore di Israele che afferma di “dedicare questo capitolo della [sua] vita alla promozione di Israele. Nel solo mese di maggio, i soldati israeliani hanno ucciso due promettenti calciatori, il sedicenne Said Odeh del Balata FC nella Cisgiordania occupata e Muath Nabil Al-Zaanin del Beit Hanoun FC a Gaza. Israele ha posto fine alla carriera di dozzine di atleti palestinesi.
Israele limita la nostra libertà di movimento, il che significa che non siamo liberi di viaggiare per allenarci o giocare contro i nostri omologhi palestinesi. Significa anche che le nostre possibilità di viaggiare per giocare contro altre squadre regionali o internazionali sono molto limitate. Il razzismo è dilagante nel calcio israeliano. Questo razzismo non è limitato al calcio,ma istituzionalizzato in Israele, che di recente importanti organizzazioni internazionali e israeliane per i diritti umani hanno descritto come un regime di apartheid.
Il regime israeliano dell’apartheid e tutte le sue componenti, compreso il calcio, sono profondamente complici delle violazioni del diritto internazionale. La Israel Football Association (IFA) si rifiuta di escludere le squadre di insediamenti illegali che include nei suoi campionati, mentre continua a difendere queste squadre da qualsiasi sanzione all’interno degli organismi internazionali.