Dov’è finita quella motivazione? Cosa abbiamo imparato da Inter-Bayern Monaco 0-2
L'Inter ora corre un rischio ben più pericoloso del Bayern Monaco.Dopo il ko nel Derby, è arrivata la sconfitta anche contro il Bayern Monaco. L’Inter di Inzaghi esordisce nei peggiori dei modi nel girone di Champions League dimostrandosi indietro di condizione e molto, molto più piccola rispetto al Bayern Monaco.
INTER-BAYERN: L’ANALISI DELLA PARTITA
Una sconfitta contro questo Bayern Monaco ci può stare, l’avremmo accettata anche in “condizioni normali” ma non accettiamo il modo in cui l’Inter ha giocato. Nei primi 20 minuti l’Inter si è consegnata alla squadra tedesca. La tattica di Inzaghi, almeno nella prima parte del match, era chiara: difendiamoci bassi e proviamo a ripartire. Una strategia che però non ha funzionato, anzi. I nerazzurri hanno fatto una fatica mortale a ripartire, commettendo diversi errori tecnici e non solo.
Nelle poche occasioni in cui l’Inter è riuscita a rendersi pericolosa, sono state fatte scelte sbagliate. Come quando Dzeko, al limite dell’area di rigore, avrebbe potuto lanciare in porta Mkhitaryan ma il bosniaco ha tardato il passaggio. In Champions League, occasioni del genere non si possono sprecare.
Allo stesso modo, disattenzioni del genere non si possono commettere in Europa.
L’errore di Dumfries, con complicità di D’Ambrosio, non è l’unico neo della prestazione dell’esterno olandese. Dumfries, così come Gosens, sono stati praticamente nulli sulle fasce quando invece sarebbero potuti essere una risorsa importante per l’Inter. Possiamo tranquillamente etichettarli come i peggiori in campo ieri sera. Già alla fine del primo tempo si era capito che da loro due, ieri sera, c’era poco da aspettarsi.
Allora la domanda sorge spontanea: “Inzaghi poteva cambiarli prima?”. Eccome se poteva. Siamo alle solite insomma, i cambi tardivi sono stati un fattore anche ieri sera. Alla ripresa l’Inter era partita meglio ma più che una reazione al primo tempo disastroso, sembrava essere un ruggito destinato a durare poco (e così è stato). Inzaghi avrebbe dovuto cambiare prima, soprattutto sulle fasce. Ieri Darmian avrebbe fatto sicuramente meglio di Dumfries, decisamente in serata no. Nell’era dei cinque cambi, onestamente, non cambiamo questa prudenza su sostituire i giocatori quando non stanno facendo bene.
Al di là di tutto questo discorso, però, c’è da farne un altro ancora più importante. Il Bayern Monaco si è dimostrato superiore in tutto, ma soprattutto nella condizione fisica. Le due squadre in campo sembravano di due categorie diverse con i tedeschi che correvano 100 volte più veloci dei nostri nerazzurri. Arrivati alla sesta partita stagionale, una condizione del genere non è accettabile e c’è da ammettere l’errore nella preparazione. Nessuno dei nerazzurri sembra essere vicina al 100%, a esclusione (forse) di Lautaro Martinez.
ONANA DEVE GIOCARE
Chi, invece, ieri è sembrato in palla è sicuramente André Onana. La prestazione del camerunense è stata sottolineata da tutti i principali quotidiani sportivi e la vogliamo sottolineare anche noi. Nel primo tempo ha parato con sicurezza i tanti tiri che arrivavano dai giocatori in maglia bianca. Ha mostrato grandi cose ma soprattutto carattere: ha incitato i compagni, è stato reattivo nel rilanciare subito. I suoi lanci lunghi, difatti, sono state tra le poche cose positive che abbiamo visto ieri sera.
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Ha registrato, inoltre, anche il record di parate per un portiere dell’Inter in Champions League dal 2003. Insomma, non possiamo essere delusi. Anzi. La differenza rispetto ad Handanovic si è già vista: abbiamo avuto tutti la sensazione che Onana abbia limitato i danni, cosa che non proviamo da diverso tempo con Handanovic.
C’è da parlare, però, anche dell’errore che sarebbe diventato una papera clamorosa ma il palo ha graziato Onana. Nella sua carriera, il camerunense ha già abituato ad alti e bassi (anche nella stessa partita) ma l’errore di ieri sera si potrebbe relegare al poco minutaggio finora accumulato da André. Un portiere ha bisogno di fiducia e continuità: per quello che abbiamo visto ieri sera, Onana se la merita tutta.
Per questo motivo, non riusciamo a capire la scelta di Inzaghi (già annunciata in conferenza stampa) di far giocare Handanovic con il Torino. L’alternanza dei portieri non ha mai portato a qualcosa di buono, benché meno in questo caso.
IL RISCHIO PIÙ GRANDE
Il discorso su Handanovic si collega a un altro, molto più grande e che fa ancora più paura. In questo inizio di stagione, l’Inter è sembrata molto confusa, quasi come se fosse dominata dal caos. Sono successe già diverse cose: abbiamo perso un derby, abbiamo perso Lukaku per diverso tempo e la questione portiere si aggiunge già a tutte le altre mille cose. Il rischio, in tutto questo marasma, è che l’Inter si “accartocci su se stessa” senza riuscire più a ritrovare l’uscita dal tunnel in cui è entrata dal match contro la Lazio.
A questo punto noi ci chiediamo: dov’è finita quella motivazione di prendersi una rivincita sul Milan e su tutti gli altri? Quella motivazione che, in teoria, è nata subito dopo il fischio finale di Inter-Sampdoria l’anno scorso e ha ridotto Lautaro così:
L’Inter in questo momento ha bisogno di serenità, certezze e di fare “restart”. Perché decidere di cambiare formazione contro il Bayern Monaco per poi rimangiarti tutto subito contro il Torino? Perché rimettere in porta Handanovic: chi è il titolare? Il mondo Inter, attualmente, è invaso da queste domande a cui per ora non si ha risposta. Eppure l’Inter avrebbe di risposte, riscontri.