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11 anni, 132 mesi e 4004 giorni dopo siamo CAMP19NI D’ITALIA. Il primo “titulo” di Passione Inter

Ne ho scritti tanti di articoli per Passione Inter, più di 11mila da quando ho messo per la prima volta “piede” in questa redazione nel lontano 2016. Mi sono sempre chiesto quando avrei scritto questo pezzo. Non vedevo l’ora di farlo. Ora finalmente posso dirlo: INTER CAMPIONE D’ITALIA. Esistono quattro parole più potenti da poter gridare al mondo?

Non vi nascondo, mentre sto buttando giù questo pezzo che porterò per sempre con me, ovunque andrò e a prescindere da quello che il futuro mi e ci riserverà, che a fatica sto trattenendo le lacrime.

Dietro questo traguardo c’è un’eternità, un vissuto, un cammino, fatti di mille sofferenze e pochissime gioie. La semifinale di ritorno al Camp Nou del 2010, in confronto a quello che abbiamo passato dal 16 maggio 2010 ad oggi, è una passeggiata. Rivivrei quei 95 minuti di agonia mille altre volte.

Abbiamo visto i nostri rivali numero uno alzarci scudetti su scudetti in faccia, prenderci in giro, umiliarci come se fossimo un Carpi qualunque (con tutto il rispetto), giocatori non da Inter vestire la nostra maglia e siamo passati da essere i più forti del Mondo a qualificarci a malapena in Europa League.

Non è stato facile, come non lo è mai stato essere tifosi dell’Inter. Lo sanno i nostri nonni e papà, ora lo sappiamo anche noi più giovani, consapevoli del fatto che lo sapranno anche i nostri figli. Facile essere interisti ai tempi del Triplete, un’agonia esserlo ai tempi di Kondogbia, Gabigol, Kuzmanovic, Juan Jesus e Belfodil per citarne giusto qualcuno.

Ma l’interista sa che il suo è un patto con la vita, sa a cosa va incontro e per questo uno scudetto vinto per noi ne vale mille. Per noi vincere non è l’unica cosa che conta, per questo non ricorriamo a trucchetti, rigori o altro per avere la meglio. Se vinciamo è perché siamo i più forti. E quest’anno, come le altre 18 volte, lo siamo stati.

Ci diranno che è stato un campionato falsato per il Covid, che non avevamo rivali alla nostra altezza, che paghiamo un allenatore 12 milioni di euro, che giochiamo male, che siamo usciti dalla Champions League a dicembre e vi mostreranno tutto il loro ROSICARE con il solo obiettivo di rovinarci la festa. Poveri illusi…

Sono passati 11 anni, 132 mesi e 4004 giorni dal 16 maggio 2010, dall’ultimo scudetto conquistato a Siena. Da quella stagione in poi, culminata con il trionfo di Madrid, solo una Coppa Italia nel 2011, poi il vuoto assoluto.

E Passione Inter è nato pochi mesi dopo quella finale dell’Olimpico, vinta per 3-1 contro il Palermo. Ad ottobre compiremo i nostri primi 10 anni e questo scudetto rappresenta il primo trofeo della nostra storia. Potevamo desiderare miglior regalo?

10 anni di sofferenze e delusioni che non ci hanno mai buttato giù. Siamo rimasti al vostro fianco nonostante tutto, quando siamo stati umiliati perdendo da Trabzonspor, Novara, Hapoel Be’er Sheva o quando siamo rimasti svegli fino alle 2 di notte in attesa dello sbarco a Milano di meteore come M’Vila, Gabigol, Podolski.  Tutto questo è stato possibile soprattutto grazie al vostro supporto che non è mai mancato.

Permettetemi, lettori e tifosi, di prendere qualche minuto per la mia famiglia. Perché questa nave, se non è affondata in questi anni deludenti, è perché ci siamo fatti forza l’un l’altro in quelli che sono stati forse gli anni più bui della storia dell’Inter.

Fare informazione, fidatevi, puntando sulla qualità, quando questa c’era ovunque tranne che in campo, non è mai facile. L’Inter non ci ha aiutato, ma nonostante ciò siamo cresciuti e continuiamo a farlo giorno dopo giorno. Questo è stato possibile grazie all’amore verso questo lavoro e alla professionalità di tante persone che hanno fatto parte di questa famiglia.

Ed è con tutti voi che voglio godermi questo scudetto. Con i boss Claudio e Fabrizio, i primi a crederci, con Lorenzo, il nostro Conte, con Luca, il nostro Lele Oriali e con tutti i miei colleghi che ho conosciuto in questi anni e che hanno fatto parte di Passione Inter.

Abbiamo perso tanti amici per strada, siamo caduti e ci siamo rialzati, abbiamo cambiato look, modo di lavorare, scoperto nuovi orizzonti e questo traguardo è il giusto riconoscimento per tutti i nostri sacrifici e per le occhiaie nate davanti allo schermo dei computer. Questo scudetto è soprattutto tuo, te lo meriti Passione Inter!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Raffaele Caruso

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