FOCUS – I precari di Brunico
Dai nostri inviati a Brunico Mauro Cossu e Fulvio Santucci
“Chi vuol esser lieto sia, che del doman non v’é certezza“: chissà se Lorenzo il Magnifico penserebbe oggi questa suo storico concetto nel riferirsi ad alcuni giocatori che fanno parte, ma chissà davvero per quanto, della nuova Inter targata Mancini, o chissà se aveva poi ragione Ungaretti nel dire che “si sta come d’autunno sugli alberi le foglie“. La cosa certa é che questo vuole essere anno spartiacque con il passato e se c’è una cosa che si respira in questi giorni a Brunico, oltre al classico entusiasmo di inizio stagione, è la precarietà di alcuni elementi di questa rosa. Perché qua il messaggio è forte e chiaro: si deve tagliare e non ce n’è per nessuno che non sia per qualche motivo nelle piene grazie del tecnico.
Prendete Shaqiri e la sua discesa libera il cui traguardo potrebbe essere proprio Brunico: arrivato da protagonista assoluto, incapace di incidere più di quanto non ci si aspettasse da lui e finito per tutto il ritiro aggregato alle riserve come un giocatore qualsiasi. Persino il suo fisico, per quanto sempre molto tonico, sembra essersi depresso rispetto a sei mesi fa. L’assenza nell’amichevole contro lo Stuttgarter Kickers é probabilmente la lapide sul passaggio dell’ex Bayern in maglia nerazzurra. Prendete Vidic, che nei piani a Brunico non ci doveva nemmeno essere: nella nostra pur breve permanenza in Alto Adige abbiamo perso ogni traccia del serbo, che se da una parte soffre certamente di lombalgia dall’altra non si fa vedere nemmeno per gli eventi dedicati ai tifosi che coinvolgono gran parte della squadra.
Le nuove liste FIGC a numero chiuso forniscono certamente un assist prezioso a Mancini per il maxi rimpasto della squadra che solo due mesi fa sembrava un diktat destinato a rimanere sulla carta, ma certamente chi ha visto con i propri occhi questo ritiro si è accorto immediatamente della centralità dell’allenatore nella gestione a 360° della rosa, al di là del giudizio di ognuno su bontà o scelleratezza di alcune sue scelte. Un cambio di scenario pressoché totale rispetto a 365 giorni fa, quando Walter Mazzarri andava a valorizzare e integrare nel miglior modo possibile tutti gli elementi in rosa, anche quelli in sicura partenza come Schelotto e Laxalt e quando si vedeva molto meno di oggi Ausilio, che a Brunico é ormai onnipresente a colloquio con certi giocatori oppure al telefono per trattare qualche buon affare. Dalle informazioni apprese, i prossimi quattro giorni saranno decisivi per decidere gli ultimi tagli da operare, di cui tre sono sicuramente parte del comparto difensivo, dopodiché sapremo tutto: la tournée in Cina, infatti, comprenderà solo i giocatori che fanno parte del progetto da qui in avanti mentre i prescelti verranno lasciati a Milano in attesa di sistemazione, nell’ottica di un vero e proprio repulisti che sarà dettato anche dai nuovi ingressi che certamente lo accelereranno. Soprattutto perchè i numeri non mentono, visto che ad oggi i giocatori aggregati al ritiro (escludendo i giovani) sono 24: un numero abnorme se si considera che tre devono ancora arrivare (Murillo, Miranda e Medel) e dal mercato almeno due entrate ci dovranno essere. I precari di Brunico aspettano: Shaqiri, Vidic ma anche Andreolli, Nagatomo, Taider, Puscas, Santon potrebbero tranquillamente vedere da casa, se lo vorranno, la tournée cinese dei compagni in attesa di una sistemazione. Si sta per aprire una nuova pagina, in cui si va punto e a capo per iniziare un’altra storia. Una storia non necessariamente migliore, ma sicuramente diversa da quella raccontata negli ultimi anni.