L‘Inter è in finale di Champions League dopo 13 anni, ma quella che dovrebbe essere un’occasione di festa si sta trasformando in uno scontro dialettico e diplomatico tra la società nerazzurra e la Curva Nord, non contenta delle modalità di vendita dei biglietti per Istanbul.
UPDATE 15:45
Con un comunicato ufficiale la Curva Nord ha deciso che sciopererà dal tifo per i primi 45 minuti della gara di Coppa Italia con la Fiorentina, rilanciando l’appello sui biglietti per la finale di Istanbul nei confronti della società.
Ecco il messaggio:
LA MISURA È COLMA
OGGI ASTENSIONE DAL TIFO
Le auspicate rassicurazioni invocate in diverse sedi, non ha sortito alcun effetto su una società che evidentemente è disposta a privarsi dei propri tifosi più fedeli per agevolare gente che la fedeltà non sa neppure cosa sia.
Per rispetto della nostra dignità oggi ci asterremo dal tifo per tutto il corso del primo tempo per manifestare legittimamente il nostro dissenso.
Continuiamo a confidare in una sollecita risoluzione della questione!!!
Per il bene dell inter e dei suoi tifosi più fedeli
Infatti, come riportato da Matteo Barzaghi, giornalista di Sport Mediaset, se non si troverà in giornata una soluzione, gli ultras nerazzurri metteranno in atto uno sciopero per la finale di Coppa Italia, non esibendo alcuna coreografia.
Questo il lungo messaggio pubblicato sul proprio profilo Instagram, ieri, dalla Curva Nord, nel quale viene denunciata la situazione e nel quale, in sostanza, viene richiesto un canale preferenziale per gli ultras per acquistare i biglietti:
“RISPETTO PER LA NORD!!!
Dopo una totale rifondazione a seguito dei drammatici eventi che han colpito la curva a fine anno passato, stiamo compiendo con grande fatica un percorso per meritarci il rispetto del popolo interista e dalla società stessa. La strada non è completa ma di certo la buona fede e i risultati non son mai mancati così come il nostro entusiastico apporto ovunque e a prescindere dai risultati altalenanti di campionato. Da Riyad a Salerno, passando per Porto e Lisbona abbiamo garantito sempre colore e sostegno incessanti senza chiedere nulla a nessuno ed autofinanziando tutti gli spettacoli coreografici realizzati con sacrifici economici e fisici indicibili.
Adesso ci attendono due momenti fondamentali del percorso sportivo stagionale e per dar pieno sostegno ai ragazzi, già da stamattina a Roma oltre 60 volontari (come sempre a spese della Nord) stanno allestendo l’ennesimo spettacolo coreografico che – siam certi – ancora una volta colpirà il cuore di ogni tifoso interista.
Questo bellissimo stato di cose e quello che riteniamo un proficuo e reciproco rapporto di stima con la società rischia però di venir compromesso da quella che ci appare una gestione quantomeno discutibile nell’organizzazione della trasferta in Turchia.
Con la speranza che si trovi presto una soluzione che possa accontentare tutti, ci troviamo a dover denunciare una profonda penalizzazione dei frequentatori dell’anima del tifo nerazzurro che, ad oggi, ci impedirebbe di dar sostegno vocale e coreografico in occasione della finale di Istanbul.
Sebbene ci sia fiducia che ancora una volta si possa trovare una soluzione, chiediamo un tempestivo intervento a tutela del nostro diritto ad esserci come sempre, specie in virtù del fondamentale ruolo che innegabilmente ricopriamo alla guida del tifo e di cui siamo certi ci sarà grande necessità.
Non è pensabile che il tifo organizzato debba mettersi in coda con le centinaia di migliaia di interisti che da tutto il mondo hanno desiderio di assistere ad un incontro unicamente in virtù dell’importanza che ricopre. Interisti come noi di certo ma che per lo più durante l’anno non hanno sicuramente compiuto mai alcun sacrificio per esser costantemente presenti né in casa né in trasferta.
Come Curva Nord non accetteremo passivamente di vederci relegati a spettatori di altri interisti (che non potranno certo avere le competenze e le capacità per sostituirci nella guida del tifo) senza prendere una decisa posizione già a partire dall’incontro di domani qualora non ottenessimo rassicurazioni. Ci aspettiamo da una società che non si fa – giustamente – scrupolo di impiegare i nostri cori e le nostre coreografie per trasmettere a tutti gli interisti il più profondo senso di appartenenza alla famiglia nerazzurra, che sappia intervenire a difesa di chi quei cori e quelle coreografie le crea e le studia nei minimi particolari per testimoniare un amore che in questo momento si sente tradito”.
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