5 Dicembre 2015

Inter-Genoa, i TOP & FLOP: Miranda monumentale, Ljajic artista. Jovetic…

A seguito di questo Inter-Genoa, disputato a San Siro, analizziamo i top e i flop della gara, per quanto riguarda i calciatori nerazzurri.
intervista marani

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Dopo la vittoria per 1-0 contro il Genoa (leggi QUI il riassunto), non è difficile individuare i tre migliori in campo per l’Inter, così come è inevitabile riscontrare chi ha peggio figurato. Analizziamone, di seguito, le prestazioni.

I TOP 

JOAO MIRANDA – Una prestazione monumentale. Dove serve, quando serve e come serve il 25 nerazzurro c’è. Nel primo tempo esce fino a metacampo per aggredire il portatore spegnendo sul nascere ogni velleità di ripartenza genoana, evitando di spezzare il ritmo che l’Inter stava imprimendo sul match.
Nella ripresa serra le fila e sprona i suoi compagni di reparto, da cui è ben aiutato, quando il Genoa deve inevitabilmente spingere di più sull’acceleratore. Perfetta la scelta di tempo con cui esce dall’area al 94′ ed evita agli avversari di buttare in mezzo l’ultimo pallone.
Non può essere un caso se l’unica volta che viene saltato, da Perotti, il Genoa costruisce la sua unica palla gol del match, con Figueiras.

ADEM LJAJIC – Organizzate un vernissage? Tra gli artisti che lo compongono, non dimenticatevi Adem Ljajic. Il serbo è in uno stato di grazia tale da creare calcio in ogni dove del rettangolo verde, ora mandando in porta il compagno, ora dettando il movimento veloce per puntare da solo il bersaglio grosso.
Come a Napoli cresce con il passare del tempo dando vita a un secondo tempo totale in cui si prende le chiavi del gioco e trova spesso le combinazioni giuste per colpire, anche se sottoporta non è sempre impeccabile.
La sua punizione è una pennellata perfetta come assistenza, che gli dei del calcio decidono di trasformare in un meritato gol partita.

JONATHAN BIABIANY – Possiamo ancora definirlo una sorpresa? Quando è sceso in campo, fino a questo punto della stagione, non ha mai sbagliato una partita. Un primo tempo di altissimo livello in cui scambia San Siro per la pista di Kitzbuhel, slalomeggiando allegramente con chiunque si trovi sulla sua strada senza mai inforcare.
Resta su un piano di intensità notevole fino al 60′, poi la condizione da trovare completamente si fa sentire e cala alla distanza per finire poi in riserva.
Fondamentale ad oggi per il 4-2-3-1 di una squadra che lotta per lo scudetto: mica male per uno che il calcio avrebbe dovuto solo guardarlo in televisione.

I FLOP

STEVAN JOVETIC – Intendiamoci: non gioca una partita di basso rendimento, ma dà troppo spesso l’impressione di cercare i ghirigori dove potrebbe trovare l’appoggio semplice o la giocata elementare, che spesso vale più di un vezzo estetico.
Palacio, peraltro, gli apre i giusti spazi per metterlo in condizione di fare male ma il montenegrino non riesce mai ad apparecchiarsi la tavola in cui sedersi per iscrivere il suo nome nel tabellino dei marcatori.
Generoso in fase di recupero, finchè in un contrasto ha la peggio e chiede il cambio.
Con un po’ più di concretezza, anche lui sarà iscritto al club dei nostri top molto presto.